La giornata del 21 dicembre è dedicata ad una Dea antichissima, Angerona - Dea Dia, talmente antica da essere quasi misteriosa per gli stessi Romani. La giornata della Dea Dia ritualizza un momento particolarmente importante dell'anno: il solstizio d'inverno.
In questo giorno particolare detto dies brevissimus (giorno brevissimo) si aprono le Ianua Coeli ovvero le Porte del Cielo (Chiave d'Oro di Giano) e la luce torna a prevalere sulle tenebre. Ricomincia il ciclo biologico della vita.
L'importanza del ruolo della Dea Dia è data anche dal fatto che nel tempio di questa Dea si ritrovavano il 19 o il 29 di maggio, i Fratelli Arvali (Arvales) per svolgere importanti liturgie in favore dei Lares (Arvalia). Gli Arvali vestiti di bianco (colore che esprime sovranità magica) tramite le cerimonie alla Dea Dia, ai Lares e a Marte (padre e fecondatore), affermavano il legame degli uomini alla loro terra.
In questo giorno, che segna l'inizio dell'anno arvalico, quindi ricordiamo i nostri Lares ovvero gli antenati e i discendenti futuri: noi viventi rappresentiamo quindi l'anello "presente" di una lunga catena sospesi fra passato e futuro.
Il Lar Familiaris è "l'anima della famiglia" il cui simbolo è il fuoco domestico, come nel caso di Vesta (Vesta Mater).
La cerimonia domestica si deve svolgere dopo il tramonto del sole rivolti alle due immagini dei Lares domestici (rappresentanti le due polarità universali: maschile e femminile).
La formula di apertura della cerimonia è la seguente:
SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO
Quindi si reciti l'antica invocazione (Semones) dei Fratelli Arvali:
E Nos Lases Ivvate (tre volte)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (tre volte)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (tre volte)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (tre volte)
E Nos Marmar Ivvato (tre volte)
Trivmpe (cinque volte)
Successivamente si può consumare un pasto frugale a base di una minestra di farro, fave e lenticchie accompagnata da semplici focacce e vino. Evitare tassativamente la carne.
In questo giorno particolare detto dies brevissimus (giorno brevissimo) si aprono le Ianua Coeli ovvero le Porte del Cielo (Chiave d'Oro di Giano) e la luce torna a prevalere sulle tenebre. Ricomincia il ciclo biologico della vita.
L'importanza del ruolo della Dea Dia è data anche dal fatto che nel tempio di questa Dea si ritrovavano il 19 o il 29 di maggio, i Fratelli Arvali (Arvales) per svolgere importanti liturgie in favore dei Lares (Arvalia). Gli Arvali vestiti di bianco (colore che esprime sovranità magica) tramite le cerimonie alla Dea Dia, ai Lares e a Marte (padre e fecondatore), affermavano il legame degli uomini alla loro terra.
In questo giorno, che segna l'inizio dell'anno arvalico, quindi ricordiamo i nostri Lares ovvero gli antenati e i discendenti futuri: noi viventi rappresentiamo quindi l'anello "presente" di una lunga catena sospesi fra passato e futuro.
Il Lar Familiaris è "l'anima della famiglia" il cui simbolo è il fuoco domestico, come nel caso di Vesta (Vesta Mater).
La cerimonia domestica si deve svolgere dopo il tramonto del sole rivolti alle due immagini dei Lares domestici (rappresentanti le due polarità universali: maschile e femminile).
La formula di apertura della cerimonia è la seguente:
SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO
Quindi si reciti l'antica invocazione (Semones) dei Fratelli Arvali:
E Nos Lases Ivvate (tre volte)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (tre volte)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (tre volte)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (tre volte)
E Nos Marmar Ivvato (tre volte)
Trivmpe (cinque volte)
Successivamente si può consumare un pasto frugale a base di una minestra di farro, fave e lenticchie accompagnata da semplici focacce e vino. Evitare tassativamente la carne.
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