Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 8 gennaio 2013

Allocutio to Gods/Goddesses

For the Janus Agonalia I here enclose an adaptation of an Allocutio to Gods by Pletho as propitiatory invocation  for the new year.
(my English translation unfortunately is not very good...)
 


May all the blessed totality of Gods and Goddesses give a propitius and benevolent ear to this invocation. You, Gods and Goddesses, watch the human behaviour: you, among other signs of your foresight, have separated life into two parts, sleep and wakefulness, a succession necessary to preserve this mortal body for the duration assigned to it. Thus, from the moment we wake up and move from our bed, give us the possibility to live correctly: it means in harmony and in peace with you, this day, this month, this year we are about to live and the rest of our life.
(...)

Impede that we will be completely dominated by our mortal element: may our superior and excellent part of our being, similar to your nature, be connected with you: may it dominate and govern our less noble part: and, for this reason, support it. May our actions and activities we will undertake be directed according to your reason and wisdom; may our mortal irrational princple never completely prevail and the waekest part of our nature won't take us far from you. Support our superior part in this effort to always follow you, creating with you a strong alliance, a familiar harmony, adapting every action to the rules imposed by this proximity in natures.   

(...)
Above all, donate us, now and forever, a right idea about you.
 
(...)
Strengthen these certainties in us and, stating our origins, our essence and the place we have in the Universe, preserve us free forever.

(...)
Strengthen our intellectual and divine part of our being: we will enjoy the pleasures deriving from senses with moderation to avoid that they can harm the wealth of our body and spirit: they must contribute to the wealth of our life. 
 

The misleading pleasures will never take possession of us.
Richness will be only a tool to satisfy the reasonable needs of our life.
An endless desire, source of any kind of evil, will never grow in our spirit.

(...)
We will make the sacred rites in the best way and above all in the way accordigly to who knows that you don't need them: this is a way to operate on our imagination, the most divine power we have, to educate it, to elevate it up to what is beautiful, celestial and divine.

Allocuzione agli Dei e alle Dee

In occasione delle Agonalia di Giano includo un mio adattamento di questa bella allocuzione agli Dei di Pletone come invocazione propiziatoria per il nuovo anno.


Che tutta la razza beata degli Dei e delle Dee presti un orecchio propizio e benevolo a questa invocazione. Siete voi, o Dei e Dee, che vigilate sulla condotta delle cose umane, siete voi che. tra gli altri segni della vostra previdenza verso di noi, avete separato la vita in due parti, il sonno e la veglia, alternanza necessaria per la conservazione di questo corpo mortale per la durata che gli è assegnata. A partire dunque da quel momento in cui ci svegliamo e ci alziamo dal nostro letto, concedeteci di trascorrere bene, ovvero in armonia ed in pace con voi, questo giorno, questo mese, questo anno che stiamo per passare e il resto della nostra vita. 

(...)

Fate in modo che non siamo dominati del tutto dall'elemento mortale e che la parte superiore ed eccellente del nostro essere, che è simile alla vostra natura, si colleghi a voi il più possibile, in tutto e in parte: possa essa dominare e governare la parte meno nobile di noi: e a questo scopo, sostenetela, o Dei e Dee, il più possibile: fate che tutte le azioni, tutte le opere che intraprenderemo siano dirette secondo la vostra ragione e la vostra saggezza; che il principio mortale ed irrazionale non s'impadronisca esclusivamente di noi e che la parte più debole della nostra natura, prendendo il sopravvento, non ci conduca lontano da voi: fate invece che noi esercitiamo la parte superiore del nostro essere, che vi segua senza sosta, che si avvicini a voi e che mantenga con voi, per quanto è in nostro potere, un'alleanza intima, una comunione familiare, adattando ogni nostra azione alle regole che ci pone una parentela della nostra natura con la vostra. 

(...)

Soprattutto accordateci, o Dei e Dee, ora e sempre, di avere di voi una giusta idea.

(...)

Rafforzate in noi queste convinzioni e, poichè ci indicate le nostre origini, la nostra essenza e il posto che occupiamo nell'Universo, conservateci liberi il più possibile. 

(...)

Fortificate la parte intellettuale e divina del nostro essere e, quanto ai piaceri che derivano dai sensi, gioiamone ma con moderazione affinchè non possano nuocere in nulla al buono stato del nostro corpo e del nostro spirito e che anzi possano contribuire a rendere il nostro stato il migliore possibile. 

Che i piaceri ingannevoli non si impadroniscano di noi.
Che le ricchezze siano solo un mezzo per soddisfare i bisogni ragionevoli della vita.
Che in noi non cresca il desiderio infinito, fonte inesauribile di tutti i mali.

(...)

Compiamo i riti sacri il meglio possibile e soprattutto come conviene a chi sa che voi non ne avete bisogno, ma che è un modo di agire sulla nostra immaginazione, la facoltà più vicina alla parte divina del nostro essere, di formarla, di elevarla fino a ciò che è bello e divino.