In occasione delle Agonalia di Giano includo un mio adattamento di questa bella allocuzione agli Dei di Pletone come invocazione propiziatoria per il nuovo anno.
Che tutta la razza beata degli Dei e delle Dee presti un orecchio propizio e benevolo a questa invocazione. Siete voi, o Dei e Dee, che vigilate sulla condotta delle cose umane, siete voi che. tra gli altri segni della vostra previdenza verso di noi, avete separato la vita in due parti, il sonno e la veglia, alternanza necessaria per la conservazione di questo corpo mortale per la durata che gli è assegnata. A partire dunque da quel momento in cui ci svegliamo e ci alziamo dal nostro letto, concedeteci di trascorrere bene, ovvero in armonia ed in pace con voi, questo giorno, questo mese, questo anno che stiamo per passare e il resto della nostra vita.
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Fate in modo che non siamo dominati del tutto dall'elemento mortale e che la parte superiore ed eccellente del nostro essere, che è simile alla vostra natura, si colleghi a voi il più possibile, in tutto e in parte: possa essa dominare e governare la parte meno nobile di noi: e a questo scopo, sostenetela, o Dei e Dee, il più possibile: fate che tutte le azioni, tutte le opere che intraprenderemo siano dirette secondo la vostra ragione e la vostra saggezza; che il principio mortale ed irrazionale non s'impadronisca esclusivamente di noi e che la parte più debole della nostra natura, prendendo il sopravvento, non ci conduca lontano da voi: fate invece che noi esercitiamo la parte superiore del nostro essere, che vi segua senza sosta, che si avvicini a voi e che mantenga con voi, per quanto è in nostro potere, un'alleanza intima, una comunione familiare, adattando ogni nostra azione alle regole che ci pone una parentela della nostra natura con la vostra.
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Soprattutto accordateci, o Dei e Dee, ora e sempre, di avere di voi una giusta idea.
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Rafforzate in noi queste convinzioni e, poichè ci indicate le nostre origini, la nostra essenza e il posto che occupiamo nell'Universo, conservateci liberi il più possibile.
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Fortificate la parte intellettuale e divina del nostro essere e, quanto ai piaceri che derivano dai sensi, gioiamone ma con moderazione affinchè non possano nuocere in nulla al buono stato del nostro corpo e del nostro spirito e che anzi possano contribuire a rendere il nostro stato il migliore possibile.
Che i piaceri ingannevoli non si impadroniscano di noi.
Che le ricchezze siano solo un mezzo per soddisfare i bisogni ragionevoli della vita.
Che in noi non cresca il desiderio infinito, fonte inesauribile di tutti i mali.
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Compiamo i riti sacri il meglio possibile e soprattutto come conviene a chi sa che voi non ne avete bisogno, ma che è un modo di agire sulla nostra immaginazione, la facoltà più vicina alla parte divina del nostro essere, di formarla, di elevarla fino a ciò che è bello e divino.
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