E' quasi superfluo ricordare il ruolo particolare che la musica detiene all'interno della spiritualità Tradizionale Romana, così come in tutte le declinazioni delle cosiddette "religioni antiche".
Si potrebbe in primo luogo pensare alla stretta connessione che nel Pitagorismo esiste fra la matematica, l'astrologia, la geometria e la musica. Allo stesso modo si potrebbero citare le relazioni fra colori, pianeti, metalli, Divinità e note musicali.
La musica pertanto ci connette con una dimensione divina, ci provoca piacere per la sua capacità di darci la percezione dell'armonia divina universale.
Premetto che escludo in questa sede la discussione circa l'uso militare della musica. Essa veniva effettuata con degli strumenti a fiato in primo luogo perchè dovevano essere sentiti dai soldati: da questi strumenti venivano emanati i segnali per le manovre in battaglia. Inoltre gli strumenti a fiato sono tipici strumenti degli Dei e delle Dee "Superi", "Celesti": l'appoggio di queste forze era fondamentale in battaglia. Gli strumenti a fiato, anche per la loro simbologia connessa al vento, alla velocità, all'inafferrabilità, al logos, sono strumenti che "annunciano" e sono quindi connessi a Mercurio.
E' possibile comunque evidenziare due versanti principali legati alla musica e agli strumenti. Il primo versante è quello connesso con Apollo. La musica in senso apollineo è la rappresentazione dell'armonia dell'universo. Ma la musica non è solo questo. Esiste anche un versante collegato a Dioniso che è completamente diverso dal versante apollineo. La musica è dionisiaca quando essa ci trasporta in un turbine di estasi e di frenesia, quando siamo fuori controllo, quando abbandoniamo la razionalità ed entriamo nell'irrazionalità. Osservate come un qualunque musicista (qualsiasi sia il genere musicale che sta suonando) appaia come in estasi, come posseduto, come guidato e mosso da una forza invisibile: osservate un ballerino catturato dal vortice della danza (la danza è un'altra espressione peculiare del divino) come possa apparire mosso da una forza divina invisibile.
Musica apollinea e musica dionisiaca sono entrambe espressioni sublimi del divino. Entrambe concorrono contemporaneamente a farci percepire la presenza degli Dei e delle Dee nel Mondo, nella Natura, nell'Universo: la prima principalmente con l'armonia, la seconda principalmente con il ritmo.
Allo stesso modo gli strumenti musicali diventano strumenti simbolici di espressione del divino. La musica apollinea è maggiormente connessa agli strumenti a corda poichè la vibrazione della corda è un'espressione simbolica della forza alla base dell'Universo e della sua armonica architettura e geometria. La cosa più stupefacente è che la scienza moderna sembra suggerire che alla base della materia ci sia proprio una vibrazione. La musica apollinea, così come gli strumenti a corda, è quindi una musica "supera", "celeste", a maggiore contenuto di energia maschile.
La musica dionisiaca si esprime maggiormente con gli strumenti a percussione. Si tratta di strumenti che "fanno muovere il corpo", generano possessione: è una musica "infera", "sotterranea", a forte prevalenza di energia femminile. Dalle profondità della Terra proviene un suono battente, un ritmo di tamburi delle Divinità sotterranee e ctonie. I fratelli e le sorelle Arvali accompagnano i loro riti collegati alla Terra con dei tamburi effettuando una danza rituale "ondeggiante" porprio perchè il ritmo del tamburo è gradito alla Madre Terra e a tutte le Divinità Sotterranee che generano la vita vegetale ed animale sul nostro Pianeta sulla base di "ritmi" (non casualmente) naturali.
Non è quindi un caso che le religioni monoteiste si siano accanite con una certa ferocia contro la musica e gli strumenti dionisiaci, contro il ritmo, anche perchè espressione cruciale dell'energia femminile.
Una sopravvivenza della musica dionisica tradizionale antica in Italia è la taranta ballata principalmente dalle donne in cui lo strumento principe è il "tamburello".
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