Alcuni giorni fa mi sono recato nei boschi sulle colline intorno alla mia casa per fare il legnaticum.
Ho fatto una lunga camminata a piedi con il mio baculum (lascio la macchina e mi muovo a piedi ogni volta che posso): giro per i boschi raccogliendo i rami secchi che gli alberi lasciano cadere. Con questi faccio delle fascine per il camino con cui scaldo casa durante l'inverno.
Come sempre in questi casi, mentre mi inoltravo nel bosco, il mio pensiero è andato alle Dee che animano questi luoghi così particolari, in primo luogo Diana. Poi però ho voluto invocare Marica per poter procedere al legnaticum in armonia con tutti gli alberi e con il bosco che in quel momento mi ospitava (siamo sempre ospiti di un luogo) e che mi offriva il legnaticum.
Marica è una "Signora delle Selve", una potnia italica forse di origine sabina, molto conosciuta e rispettata nelle campagne dell'Italia Centrale. Il lucus della Dea Marica si trovava vicino a Minturno, ma tutti i boschi molto umidi e paludosi sono sacri a Marica (mara = palude). Marica inoltre vivifica molte erbe selvatiche che crescono nei boschi attribuendo a queste erbe le loro proprietà.
Marica è anche protettrice dei neonati.
Marica, identificata anche con Circe, è simbolicamente portatrice di vita e soccorritrice, ma anche portarice di morte: essa trasmette queste caratteristiche infatti a molte erbe selvatiche.
Rimane comunque la sacralizzazione di questi luoghi scarsamente contaminati dalla presenza umana, Signora delle "Terre di Nessuno".
Ho scritto questa invocazione a Marica, da utilizzare quando ci si inoltra nei boschi, usando contributi di Callimaco e l'Inno Orfico ad Artemide.
Discendi raramente
Marica in città.
La tua dimora
sono i monti e le città
frequenti solo quando
in aiuto ti chiamano le donne
morse
dagli acuti dolori del travaglio
Selvaggia,
ctonia, uccidi le fiere, dal destino felice
Occupi i boschi dei monti, ferisci i cervi, augusta,
e te riconosco di questi luoghi sovrana
sempre silvestre
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