Vesta è una Dea fondamentale per la Spiritualita Tradizionale Romana: ciò è confermato dal ruolo critico che questa Dea svolgeva per lo Stato, la collettività e la famiglia romana.
Vesta viene accostata alla Dea greca Hestia con la quale condivide alcune caratteristiche. Tuttavia Vesta presenta delle peculiarità che la distinguono dalle Dea greca.
Porfirio, nel Perì agalmàton, scrive che "il principio direttivo della forza della Terra ha nome Estia. E il suo simulacro di vergine sta presso il fuoco di un focolare: dato che questa forza è feconda, la indicano con la forma di una donna dai seni prominenti"
Estia, secondo la tradizione, ha un ruolo prominente fra le Divinità poichè si trova all'inizio della genealogia degli Dei e dell Dee non-promordiali. Per i greci essa deve essere quindi invocata per prima personificando inoltre la terra nutrice ed il fuoco comune all'umanità ed ai Divini. Essa è sola, virgo, senza vincoli, immobile, salda, stabile, non subisce modificazioni. Essa è al Centro, essa è Virtus. Rappresenta una forza collocata nei luoghi più interni, come centro e fondamento dell'Universo: per questa ragione, essa è la causa che consente la stabile permanenza in sè stessa dell'essenza delle cose.
Simili sono le caratteristiche di Vesta: Vesta rappresenta la sacralizzazione di quella forza di coesione , forza che lega e che unisce, che tiene unita una famiglia, una comunità, lo Stato. Ma questa potente forza di coesione si ritrova in tutte le cose come fondamento dell'esistenza stessa dell'Universo nella dimensione microcosmica e macrocosmica.
Essa ha una valenza di centralità generando una energia centripeta, come la stessa forza di gravità della Terra. Essa è l'energia di Relazione che si instaura nel tutto. Rappresenta inoltre quell'energia che tiene insieme l'Universo. Secondo i pitagorici il centro dell'Universo, da cui tutto ha avuto origine, viene indicato come "il focolare".
Essendo una forza di coesione, Vesta si oppone a Mercurio che, in un senso estremamente ampio, è "volatile", "sempre in movimento", "inafferrabile". Un'antica immagine della tradizione ci racconta che, quando nasce una famiglia - secondo i criteri della tradizione romana - Vesta entra in casa, non calpestando la soglia (sacra a Giano) e si siede in silenzio vicino al focolare o in cucina. Da lì essa non si muoverà più fintanto che la famiglia rimane unita in armonia. La consumazione dei pasti fra i membri della famiglia è una vera liturgia dedicata a Vesta. Mercurio invece entra in casa delle finestre: e entra in casa solamente per rubare...
Vesta quindi nel suo silenzio rappresenta una condizione di interiorità, di quiete, di non-agitazione che si contrappone all'agitazione di Mercurio. Emerge poi l'immagine della permanenza, del "rientro a casa", in un senso simbolico molto ampio, una conversione verso l'interno, verso il centro, l'origine, il silenzion. Essa è interiorità, è il simbolo della casa interiore, intimità. Vesta, anche per la sua genealogia, simboleggia un punto di partenza e di ritorno, un'origine, l'arrivo ad una destinazione sicura. Il suo silenzio evoca la contemplazione, il ritorno al proprio destino.
Vesta è "fuoco di coesione". Si tratta di un fuoco particolare definito anche come il "fuoco del padrone e della padrona di casa", in senso molto ampio e simbolico, totalmente distinto da altri fuochi sacri come quello di Vulcano o di Marte. Il fuoco di Vesta è un fuoco "originario" (che non deriva da altri fuochi), "principale" (che dà il principio) e "assiale". Il fuoco di Vesta è pertanto "origine e sostegno di tutto", acceso mediante frizione di legno di arbor felix (e con questo legno mantenuto vivo) o dai raggi del Sole. Inoltre esso esprime il legame con la Terra e simboleggia l'appartenenza del Cultor e della Cultrix alla Terra, come Manifestazione Sacra. Per questo, questo fuoco è rotondo: esso afferma questi principi fondamentali e non rappresenta il veicolo con il quale si trasmettono offerte agli Dei e alle Dee. Il fuoco di Vesta pertanto non è un ignis aspergendus: il suo fumo non trasmette offerte. L'ignis aspergendus è un fuoco orientato e quindi quadrangolare che dà adito ad un Templum. Esso rappresenta il Cielo (l'altro mondo), mentre il fuoco circolare di Vesta rappresenta la Terra (questo mondo).
Attenzione: usiamo i termini Cielo e Terra non in senso cosmologico, fisico, astronomico, comunque in senso scientifico o profano. Si tratta di un senso "sacro" ovvero componenti di un unico processo di rappresentazione dell'Universo. Cielo e Terra, maschile e femminile, alto e basso, espansione e contrazione, inspirazione e espirazione, attivo e passivo, i due battiti del cuore, ecc... La circolarità della Terra, in quanto principio stabile di tutte le cose, fa riferimento alla sua mancanza di orientamento e all'equivalenza di tutte le direzioni.
Il Fuoco di Vesta, sempre presente nei riti insieme al fuoco per le offerte, è un Fuoco Femminile per definizione. L'Ignis Vestae, custodito nell'Aedes Vestae a Roma di forma circolare e luogo non-augurato, rappresentava la permanenza dello Stato di Roma sulla Terra e nella Storia e non poteva che essere custodito da donne. Questo fuoco serviva per preparare la mola, una farina che le Vestali preparavano per essere sparsa sopra gli animali da scarificare (im-molare).
La pulizia del Fuoco di Vesta (il sito veniva scopato ritualmente) rappresenta la garanzia simbolica della sua purezza.
Il Pane è sacro a Vesta.
Secondo la tradizione, Vesta, a differenza di Hestia, non aveva (e non ha) una rappresentazione antropomorfa poichè il suo fuoco era sufficiente a rappresentarla.
E' importante ricordare, a differenza della tradizione greca, che Vesta termina qualsiasi atto di culto. Mentre citando Giano nei prima si inizia l'invocazione, nominando Vesta si conclude qualsiasi invocazione. Spesso viene invocata come Vesta Mater (mater-materia) non per evidenziarne un qualche aspetto materno, ma per sottolineare il suo carattere ctonio, terrestre, elemento di forza che lega la materia.
Essa ha una valenza di centralità generando una energia centripeta, come la stessa forza di gravità della Terra. Essa è l'energia di Relazione che si instaura nel tutto. Rappresenta inoltre quell'energia che tiene insieme l'Universo. Secondo i pitagorici il centro dell'Universo, da cui tutto ha avuto origine, viene indicato come "il focolare".
Essendo una forza di coesione, Vesta si oppone a Mercurio che, in un senso estremamente ampio, è "volatile", "sempre in movimento", "inafferrabile". Un'antica immagine della tradizione ci racconta che, quando nasce una famiglia - secondo i criteri della tradizione romana - Vesta entra in casa, non calpestando la soglia (sacra a Giano) e si siede in silenzio vicino al focolare o in cucina. Da lì essa non si muoverà più fintanto che la famiglia rimane unita in armonia. La consumazione dei pasti fra i membri della famiglia è una vera liturgia dedicata a Vesta. Mercurio invece entra in casa delle finestre: e entra in casa solamente per rubare...
Vesta quindi nel suo silenzio rappresenta una condizione di interiorità, di quiete, di non-agitazione che si contrappone all'agitazione di Mercurio. Emerge poi l'immagine della permanenza, del "rientro a casa", in un senso simbolico molto ampio, una conversione verso l'interno, verso il centro, l'origine, il silenzion. Essa è interiorità, è il simbolo della casa interiore, intimità. Vesta, anche per la sua genealogia, simboleggia un punto di partenza e di ritorno, un'origine, l'arrivo ad una destinazione sicura. Il suo silenzio evoca la contemplazione, il ritorno al proprio destino.
Vesta è "fuoco di coesione". Si tratta di un fuoco particolare definito anche come il "fuoco del padrone e della padrona di casa", in senso molto ampio e simbolico, totalmente distinto da altri fuochi sacri come quello di Vulcano o di Marte. Il fuoco di Vesta è un fuoco "originario" (che non deriva da altri fuochi), "principale" (che dà il principio) e "assiale". Il fuoco di Vesta è pertanto "origine e sostegno di tutto", acceso mediante frizione di legno di arbor felix (e con questo legno mantenuto vivo) o dai raggi del Sole. Inoltre esso esprime il legame con la Terra e simboleggia l'appartenenza del Cultor e della Cultrix alla Terra, come Manifestazione Sacra. Per questo, questo fuoco è rotondo: esso afferma questi principi fondamentali e non rappresenta il veicolo con il quale si trasmettono offerte agli Dei e alle Dee. Il fuoco di Vesta pertanto non è un ignis aspergendus: il suo fumo non trasmette offerte. L'ignis aspergendus è un fuoco orientato e quindi quadrangolare che dà adito ad un Templum. Esso rappresenta il Cielo (l'altro mondo), mentre il fuoco circolare di Vesta rappresenta la Terra (questo mondo).
Attenzione: usiamo i termini Cielo e Terra non in senso cosmologico, fisico, astronomico, comunque in senso scientifico o profano. Si tratta di un senso "sacro" ovvero componenti di un unico processo di rappresentazione dell'Universo. Cielo e Terra, maschile e femminile, alto e basso, espansione e contrazione, inspirazione e espirazione, attivo e passivo, i due battiti del cuore, ecc... La circolarità della Terra, in quanto principio stabile di tutte le cose, fa riferimento alla sua mancanza di orientamento e all'equivalenza di tutte le direzioni.
Il Fuoco di Vesta, sempre presente nei riti insieme al fuoco per le offerte, è un Fuoco Femminile per definizione. L'Ignis Vestae, custodito nell'Aedes Vestae a Roma di forma circolare e luogo non-augurato, rappresentava la permanenza dello Stato di Roma sulla Terra e nella Storia e non poteva che essere custodito da donne. Questo fuoco serviva per preparare la mola, una farina che le Vestali preparavano per essere sparsa sopra gli animali da scarificare (im-molare).
La pulizia del Fuoco di Vesta (il sito veniva scopato ritualmente) rappresenta la garanzia simbolica della sua purezza.
Il Pane è sacro a Vesta.
Secondo la tradizione, Vesta, a differenza di Hestia, non aveva (e non ha) una rappresentazione antropomorfa poichè il suo fuoco era sufficiente a rappresentarla.
E' importante ricordare, a differenza della tradizione greca, che Vesta termina qualsiasi atto di culto. Mentre citando Giano nei prima si inizia l'invocazione, nominando Vesta si conclude qualsiasi invocazione. Spesso viene invocata come Vesta Mater (mater-materia) non per evidenziarne un qualche aspetto materno, ma per sottolineare il suo carattere ctonio, terrestre, elemento di forza che lega la materia.
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