Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 13 marzo 2013

Silenzio

Spesso ho citato il "silenzio" come elemento critico della Religione Tradizionale Romana sia come componente di appositi esercizi spirituali sia nella sua più profonda veste simbolica anche quando accompagna alcune modalità di invocazione. Ho infatti ricordato che le invocazioni possono essere fatte a voce alta, mormorando (murmur) o in assoluto silenzio: queste diverse modalità esprimono diverse forme di contatto con il Divino. Allo stesso modo ho inoltre citato il silenzio in rapporto a Mens e Vox.

Nel senso più comune e profano, il "silenzio" corrisponde al "tacere" ovvero la sospensione della facoltà del parlare. Il "silenzio" in questo modo sembra contrapporsi esclusivamente a Vox ovvero all'articolazione e comunicazione del pensiero. 

La Religione Tradizionale Romana ci fornisce una prospettiva più profonda e articolata per comprendere il valore ed il senso del silenzio. Come il silenzio profano implica la sospensione del parlare, il silenzio sacro implica la capacità di "non attivare il pensiero" ovvero fermare Mens in una condizione di puro stato di calmo riposo dello Spirito ripiegato in sè stesso. Si tratta in sostanza di conseguire uno stato di otium spirituale. Come allora il silenzio profano serve a fermare il "parlare istintivo senza ordine" allo stesso modo il silenzio sacro ferma il susseguirsi caotico dei pensieri: è il "silenzio interiore" o "pax profunda".

Raggiungere questo stato di silenzio profondo dipende dalla capacità individuale di concentrazione: si tratta di una forma di concentrazione che non ha nulla a che vedere con l'idea "comune" di concentrazione, un concetto che approfondirò in seguito.


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