Il 17 marzo ricorreva la festività dei Liberalia, ovvero una giornata dedicata a Liber e alla sua polarità femminile Libera.
In questo post non voglio descrivere le caratteristiche di questo culto pubblico nel passato (oggi del resto difficilmente riproponibile nella sua veste originale), ma vorrei fornire qualche considerazione utile sia per una forma di culto privato sia per la comprensione di alcuni suoi significati ed implicazioni utili al mantenimento del nostro personale stato di "veglia" e continua "consapevolezza".
Liber e Libera sono forze naturali della fecondità (non casualmente ricordati nel mese di Marte fecondatore), soprattutto di una fecondità legata alla natura indomita e selvaggia delle foreste, che si manifesta nei periodi di transizione o di passaggio.
Liber in particolare è la corteccia dell'albero, cioè la parte della corteccia più ricca di vita e di linfa che collega le foglie alle radici. Liber/Libera sono "Divinità della Linfa", "il sangue delle piante". Liber/Libera sono forze ctonie (comprese nella triade Ceres-Liber-Libera) che ad ogni primavera risalgono dalla terra e "resuscitano" gli alberi.
Grazie a queste forze, gli alberi tornano a coprirsi di foglie e successivamente di fiori. Forze della linfa, del polline, e del nettare: allo stesso modo Liber/Libera sono forze della maturazione degli uomini e delle donne, dei loro organi sessuali e dei relativi fluidi come veicoli che animano la natura.
Possiamo utilizzare questa Ode di Orazio come invocazione a Liber/Libera.
O posteri, credetemi!
Ho visto un giorno Bacco fra le rupi
di remote montagne
che insegnava i suoi canti
alle Ninfe in ascolto che imparavano,
ed alle orecchie aguzze
dei Satiri dal piede biforcuto di capro.
Evoè! per lo spavento recente
vacilla ancora adesso la mia mente,
ma in tumulto gioisce
per l'animo da Bacco ora ispirato.
Evoè! te ne prego, o Libero, risparmiami,
risparmiami, temibile col tuo potente tirso.
Ora solo mi è lecito cantare
le Tiadi infaticabili,
di vino le sorgenti ed i ruscelli
straripanti di latte
e raccontare come il miele scorre
fuori dai cavi tronchi..
Orazio, Odi, 2/19
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