Questi giorni sono tutti dedicati a Feronia, un'antica Dea Italica il cui culto era molto sentito, riuscendo a sopravvivere ben oltre l'affermazione violenta del cristianesimo.
Feronia è una potnia ovvero una "Signora". Il suo nome deriva da ferus che significa selvatico, non coltivato, non addomesticato, campestre, pertinente alle foreste e ai luoghi selvaggi. E' quindi una "Signora degli animali selvatici", "Signora dei boschi", "portatrice dei fiori". Feronia rappresenta la sacralizzazione di tutto ciò che non è ancora toccato dalla civiltà. Essa è anche Dea agreste quindi Dea Inferorum.
Feronia è una Dea Solitaria, che vivifica i luoghi distanti dalle città; essa tutela la Natura, ma in funzione degli uomini e delle donne, per la loro alimentazione e salute.
Feronia è associata a Bona Dea e a Diana: anch'essa è una virgo ovvero "non costretta da vincoli", "libera di sè".
Feronia viene rappresentata con un diadema sul capo: essa regge con la mano sinistra un picchio (Picus Feronius), simbolo oracolare.
A Feronia era dedicati tutti i luoghi selvaggi: possedeva un lucus vicino al Circeo, uno a pochi chilometri a nord di Roma (ancor oggi visitabile: il lucus Feroniae) ed un piccolo lucus appartato nel Campo Marzio a Roma dove il 13 dicembre i Fratelli Arvali portavano le loro offerte.
A Feronia in questi giorni possiamo offrire primizie dell'orto e vino nuovo in un bosco.
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