La libatio è l'atto sacrificale più semplice e più immediato. E' opportuno ricordare che il sacrificio, nella religione tradizionale romana, non implica sempre uccisioni di animali. Al contrario la forma di sacrificio più frequente era e resta la libatio come massima espressione non cruenta dell'attitudine a sacrificare.
Sacrificium e Sacrificare vogliono dire "rendere sacro" ovvero muoversi nella dimensione del divino ed aprire un collegamento con la sfera del divino. L'essenza del sacrificio è lo svolgimento di un rito con cui si pratica, tramite un'offerta, la dissoluzione di qualcosa in relazione con una presenza invisibile.
Secondo Ovidio, il termine libatio deriva da Liber ovvero Dioniso: questo Dio avrebbe introdotto la libatio come tradizione proveniente dall'India Vedica. Libamina sono le offerte della libatio, principalmente, in ordine di importanza: vino (offerta da una pianta), latte, (offerta da un animale), acqua (offerta dalla Madre Terra). Tuttavia anche altre libamina possono essere offerte.
La libatio è una forma di sacrificio privato che esprime quindi una dissoluzione, "una distruzione per avere". Il gesto più comune della libatio è l'atto di versare un liquido nel fuoco o sulla terra. Qualunque momento della giornata può essere indicato per effettuare una libatio, ma le libatio principali sono la libatio del mattino e quella della sera (libatio quando ci si corica e libatio quando torna la sacra luce). La normale quotidianità (che quindi diventa sacra) si svolge, in un movimento circolare, all'interno di questi due atti polarizzanti.
La libatio, secondo il rito più antico di derivazione vedica, si svolge versando quattro cucchiai di latte (o vino o acqua) in un cucchiaio più grande e da questo si versa il latte nel fuoco o nella terra per due volte. Una forma di libatio più semplice prevede il versamento di quattro cucchiai di latte in una scodella e, con il braccio teso, si versa il contenuto sulla terra per due volte. E' opportuno non avere oggetti di ferro o nodi addosso durante lo svolgimento della libatio.
La libatio con acqua implica sempre un rito di purificazione.
I riti più complessi e che coinvolgono momenti importanti per la vita di una famiglia o la consacrazione di un luogo implicano libationes complesse: prima una libatio con vino, poi una con il latte e in ultimo con acqua.
La formula antica, derivata dalla tradizione vedica, prevede l'uso di queste parole: "la divinità che attinge questa libagione, essendo afferrata da questa libagione, accompagni-sostenga esaudisca il desiderio per il quale egli/ella l'attinge".
E' opportuno ricordare che questa formula, come molte altre, può essere detta in silenzio, mormorata o detta a voce alta: vi è una grande differenza fra queste espressioni (mens e vox) che descriverò in seguito.
Da questa formula si comprende chiaramente come la libatio sia un rito strumentale per fare in modo che l'officiante sia sostenuto dal divino durante il corso della giornata o per lo svolgimento di determinati atti.
Sacrificium e Sacrificare vogliono dire "rendere sacro" ovvero muoversi nella dimensione del divino ed aprire un collegamento con la sfera del divino. L'essenza del sacrificio è lo svolgimento di un rito con cui si pratica, tramite un'offerta, la dissoluzione di qualcosa in relazione con una presenza invisibile.
Secondo Ovidio, il termine libatio deriva da Liber ovvero Dioniso: questo Dio avrebbe introdotto la libatio come tradizione proveniente dall'India Vedica. Libamina sono le offerte della libatio, principalmente, in ordine di importanza: vino (offerta da una pianta), latte, (offerta da un animale), acqua (offerta dalla Madre Terra). Tuttavia anche altre libamina possono essere offerte.
La libatio è una forma di sacrificio privato che esprime quindi una dissoluzione, "una distruzione per avere". Il gesto più comune della libatio è l'atto di versare un liquido nel fuoco o sulla terra. Qualunque momento della giornata può essere indicato per effettuare una libatio, ma le libatio principali sono la libatio del mattino e quella della sera (libatio quando ci si corica e libatio quando torna la sacra luce). La normale quotidianità (che quindi diventa sacra) si svolge, in un movimento circolare, all'interno di questi due atti polarizzanti.
La libatio, secondo il rito più antico di derivazione vedica, si svolge versando quattro cucchiai di latte (o vino o acqua) in un cucchiaio più grande e da questo si versa il latte nel fuoco o nella terra per due volte. Una forma di libatio più semplice prevede il versamento di quattro cucchiai di latte in una scodella e, con il braccio teso, si versa il contenuto sulla terra per due volte. E' opportuno non avere oggetti di ferro o nodi addosso durante lo svolgimento della libatio.
La libatio con acqua implica sempre un rito di purificazione.
I riti più complessi e che coinvolgono momenti importanti per la vita di una famiglia o la consacrazione di un luogo implicano libationes complesse: prima una libatio con vino, poi una con il latte e in ultimo con acqua.
La formula antica, derivata dalla tradizione vedica, prevede l'uso di queste parole: "la divinità che attinge questa libagione, essendo afferrata da questa libagione, accompagni-sostenga esaudisca il desiderio per il quale egli/ella l'attinge".
E' opportuno ricordare che questa formula, come molte altre, può essere detta in silenzio, mormorata o detta a voce alta: vi è una grande differenza fra queste espressioni (mens e vox) che descriverò in seguito.
Da questa formula si comprende chiaramente come la libatio sia un rito strumentale per fare in modo che l'officiante sia sostenuto dal divino durante il corso della giornata o per lo svolgimento di determinati atti.
2 commenti:
Quali sono le fonti a cui hai attinto per questo post?
Cara Livia,
appena possibile ti farò avere (privatamente o tramite questo blog) un elenco dettagliato dei testi che ho esaminato per la descrizione della Libatio.
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