Il mese di ottobre, dedicato a Pomona, è un periodo ricco di attività agricole e di raccolta. Per questo Pomona e Vertumno sono il riferimento sacro di questo momento i cui si raccolgono i doni che la Natura ci offre. Se ci si pensa bene, la vita stessa è un dono che ci viene concesso dalla Natura e che ad essa è destinato a tornare.
Fra le varie attività di raccolta agricola, in questo periodo va segnalata la vendemmia: è forse utile allora spendere qualche riflessione sulla vite e sul vino ovviamente non in termini botanici o tecnici, ma simbolici e agricoli nel senso più sacro di questo termine.
La vite è una pianta "piena" della forza di Dionisio-Bacchos: una corona di tralci di vite intrecciati è simbolo di Dioniso. La sua pianta sorella è l'edera. L'Uva simboleggia l'Abbondanza - nel senso più ampio possibile: immortalità per gli Dei e le Dee, salute per i mortali.
La Vite però è prima di tutto la "pianta di Rea, la Grande Madre, i cui simulacri sono realizzati con legno di vite. La presenza di colonne fatte in legno di vite o colonne tortili sono un riferimento alla Grande Madre Rea, generatrice e nutrice (Alma Mater). Alla Grande Madre Rea sono sacre tutte le piante con foglie a cinque punte, tra cui appunto la vite, che simboleggiano la "mano": su ogni punta, o dito della foglia, è presente una lettera, l'iniziale del nome delle cinque Deae Matronae, declinazioni degli attributi di Rea.
La vite quindi simboleggia la generazione, il nutrimento, l'immortalità dei cicli della Natura, l'energia e la forza femminile della Natura. Chiunque conosce questa pianta sa bene quanta forza ed energia possa essere contenuta nella vite. La vite ("Regina Curva") simboleggia la forza serpentina femminile, che si dipana come un serpente intorno ad un asse. Questo rapporto è descritto dalla dipendenza della vite dall'olmo (tutor).
Il Vino scatena la "forza orgiastica", il liberarsi dell'irrazionale e dell'incoscio, la follia temporanea, la liberazione dai vincoli della "normalità": questi sono elementi che fanno riferimento alla sfera dionisiaca. Tutti i miti connessi a Dioniso vedono la presenza simbolica della vite, dell'uva e del vino e tutto il ciclo della vite e del vino rappresentano a loro volta lo stesso mito del Dio. La coltivazione della vite e la produzione del vino sono un dono divino: il vino non è una semplice bevanda, ma è una "creatura viva" che ribolle, che fermenta, che "vive anche in inverno", che simboleggia il sangue dionisiaco, che si trasforma. Il vino è anche il sangue, la linfa delle profondità della Terra e ciò lo lega anche al mondo dei Morti.
Il vino libera la sfera erotica (Venere): nella geografia botanica della mano, la vite si trova alla base del pollice.
Il vino può divenire mezzo di comunicazione con gli Dei e le Dee sia oracolare tramite il delirio provocato dall'ebbrezza sia simbolico perchè rappresenta il sangue, vettore dell'energia generatrice che viene donata e che bisogna restituire. Per questo il vino è un elemento centrale della libatio, come forma fondamentale di sacrificio.
Nell'Hortus Arvale la vite, pianta piena di energia, è collocata nell'aiuola di Marte.
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