Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 24 dicembre 2014

Restare sulla Via

Voglio approfittare di questa giornata di vigilia prima della festività del Sol Invictus del 25 Dicembre, una data molto importante nel calendario sacro della Spiritualità Tradizionale Romana, per fare alcune riflessioni personali.

Ho avuto in sorte il fatto di nascere e vivere sotto l'influenza di Saturno, una Forza Divina molto difficile da gestire e decisamente poco lineare e prevedibile. In questo periodo dell'anno - così particolarmente permeato da questa energia -  sono sempre sottoposto a un forte stato di agitazione e tensione per fronteggiare la quale devo fare ricorso a tutte le mie forze. Devo dire che la Spiritualità Tradizionale Romana mi fornisce molti strumenti in questa opera di ricerca della calma interiore anche per "poter guardare dritto negli occhi questo Dio" senza perdere il controllo.

Tutto questo mi fa pensare che la conoscenza della Via non può diventare una vera saggezza se non la si realizza. Teorie, riti, candele, altari, invocazioni sono solo chiacchiere e fumo se non diventano una vera pratica. E' necessario che tutto questo bagaglio di conoscenza venga messo in azione in modo attivo. Deve diventare uno strumento per conoscere sé stessi ed affrontare la vita anche nella sua quotidianità apparentemente più banale. 

Non basta intraprendere la Via. Bisogna poi rimanerci. Ed intraprendere la Via è il momento più facile, poichè il difficile è rimanere sulla Via senza perdersi. Bisogna quindi costruire in sè stessi quella forza che garantisca una continua interazione fra la ricerca della pace interiore ed il mondo esterno, fra coltivazione personale e responsabilità nella vita di tutti i giorni, fra il risveglio dell'autocoscienza e l'azione nel mondo.

Intraprendere la Via non significa fare una scelta di vita ascetica con il distacco dal Mondo, non ci si ritira, non si fugge o ci si nasconde dentro una dimensione ideale. Bisogna coltivare sè stessi in armonia con la realtà che ci circonda, nel bene come nel male, nella pace come nella tempesta. E questo può aiutare a guardare dritto negli occhi una forza titanica come quella di Saturno.
 

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