Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 5 agosto 2014

Diana - Luna

Lunae, Tymiana aromata

Audi dea regina, lucifera, diva Luna
Tauricornis Mene, noctu currens, aerivaga,
nocturna, facitenens, puella, bene stellata, Luna,
quae crecis et decrecis, foeminaque et mas,
fulgens, equorum amatrix, temporis mater, fructifera,
electris, iracunda, splendoris causa nocturna,
omnispica, vigilarum amatrix, pulchris syderibus abundans,
quiete gaudens et delectatione beatifica,
lucida, laetitiae datrix, perfectrix nocis oblectamentum,
astritenens, latipeple, vagi cursus, sapietissima puella:
venias beata, benevola, pulchristella, lumine tuo
micans, conservans tuos supplices, proba puella

Con queste parole Marsilio Ficino (1433-1499) riporta questo bellissimo Inno Orfico. Ficino, uomo del Rinascimento e grande esperto di Ars Regia, ovviamente non si riferisce al "satellite della Terra", ma ad un ente metafisico di grande importanza, valenza simbolica e religiosa. 

Come già superficialmente accennato per quanto riguarda il Sole, lo stesso si può dire della Luna per la quale esiste un'antica teologia e teurgia. Mentre infatti il mese di Luglio è interamente focalizzato sul Sole (Apollo), il mese di Agosto è interamente incentrato sulla Luna (Diana) e sulla sua estremamente complessa simbologia e profondo significato. E' estremamente difficile fornire delle spiegazioni relative a questa teologia e teurgia lunare (e del resto io stesso posseggo delle conoscenze molto limitate), ma alcuni accenni sia pur brevi e superficiali possono aiutare a comprendere non solo la valenza della Luna nella Religione Tradizionale Romana, ma anche gran parte del Culto che deve essere tributato a Diana, fulcro di questo importante mese del calendario sacro. Ritengo che un cultor ed una Cultrix degni di questo nome debba avere una sia pur minima conoscenza di questa complessa materia, come del resto di quella legata al Sole: ogni approfondimento può essere effettuato facendo riferimento ad un qualsiasi Augur (che per definizione possiede una conoscenza in materia molto più approfondita delle mia).

La Luna fa parte della Dualità Fondamentale (Sole - Luna) che deriva dalla Materia Originaria (il Tutto, il Caos, Ouroboros). La Forza Lunare concentra in sè l'Energia Femminile, le Acque, il Drago. Si tratta di un'Energia di Trasformazione, Cambiamento, Mutazione Continua, una Forza Selvaggia; mentre la Dimensione Solare è una dimensione dell'Essere, quella sub-lunare è la dimensione del Divenire.

Il Sole esprime a questo primo livello, il colore Rosso, il Fuoco (ma come flamma non urens).
La Luna, a questo medesimo livello, esprime il colore Bianco, la Luce, la Sapienza

L'ordinamento planetario simbolico sacro (che non ha nulla a che vedere con l'astronomia moderna) è il seguente (notare la presenza del numero 7 -  le spirali del serpente sacro):

Saturno: piombo
Giove: bronzo
Marte: ferro
Sole: oro
Venere: rame
Mercurio: mercurio
Luna: argento 


 
La triade delle divinità maschili si trova collocata simmetricamente a quella delle divinità femminili con al centro il Sole. Si determina quindi un percorso a spirale (ascendente-discendente) che parte da Saturno e arriva al Sole e viceversa. La Luna quindi è il primo stadio infero del ciclo cosmico (la prima spirale in basso del serpente simbolico) come forza selvaggia dissolutrice (solve), liberatrice di energia. Nel Commentarium in Somnium Scipionis Macrobio descrive come Saturno (la ratiocinatio) si dissolva nella Luna ovvero la coscienza logica sprofonda nell'energia vitale. 

Poichè la Luna è "Luce Magica" ("Luce rilucente in mezzo alla Notte" secondo Apuleio), essa è Luce che Vivifica: bianco, fioritura, vita. Questa Luna è raffigurata da una Vergine che è anche Madre poichè dà la vita, ma anche da una "corrente", come "flusso fluente".  
La Luna è simboleggiata da una Pietra Bianca (resurrezione) che viene denominata Diana che si fa Argento (la Rosa Bianca).  

Come al Sole corrisponde l'Albero del Sole o Albero della Conoscenza, allo stesso modo alla Luna corrisponde l'Albero della Luna o Albero della Vita.

Questa estremamente sintetica e superficiale simbologia si ritrova completamente nalla figura divina di Diana (in particolare il culto di Diana Nemorense). Essa è infatti una virgo ("forza non stretta da vincoli"), è un'energia selvaggia in veloce e continuo movimento (sempre lontana). Essa dà la morte (solve), ma dà allo stesso tempo la vita (rinascita). Diana è simboleggiata da una cerva bianca e da un cervo le cui corna a 7 ramificazioni simboleggiano l'Albero Lunare/Albero della Vita. Diana è inoltre simboleggiata dall'arco che rappresenta la falce di Luna.

Il fatto che questa Dea racchiuda in sè una così complessa simbologia ci aiuta a comprendere come gli Antichi avessero una conoscenza molto approfondita di queste tematiche, una conoscenza che in gran parte è andata perduta come patrimonio condiviso di una comunità. Allo stesso modo si comprende anche quanto complessa possa essere la Spiritualità Tradizionale Romana e l'articolazione rituale-simbolica di tutto il suo Pantheon. Questo significa che uno studio continuo ed approfondito costituisce un momento essenziale della pratica religiosa tradizionale. Non si tratta infatti di bruciare dell'incenso o indossare degli abiti pittoreschi: la Religione Tradizionale Romana è una Via e con uno studio adeguato, la pratica rituale, la Virtus e la disciplina personale, le arti marziali, la meditazione è possibile padroneggiare una simile Via e seguire l'esempio degli Antichi.

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