Il periodo dedicato ai morti si conclude con il giorno 21 dedicato ai Feralia. Questa festività detiene un certo interesse poichè in essa confluiscono rituali che possono essere classificati come magico-religiosi.
La giornata è specificatamente dedicata alla Mater Larum (che sacralizza anche il periodo dei Parentalia) denominata in questo giorno specifico Tacita ("La Muta", il "Silenzio"). Tacita-Mater Larum è una Dea infera particolarmente "profonda", sarebbe da dire quasi "abissale" in senso sacro e esoterico. Essa infatti è all'origine dei Lari che costituiscono la cetena delle generazioni umane: in pratica è all'origine dell'origine. Essa è nel profondo, ove regna il silenzio
Questa festività ci consente di riflettere su alcune connotazioni magiche di alcuni riti sacri dell'antico culto privato. Ovidio (Fasti II) descrive come un tempo avveniva il rito dei Feralia.
Il pater e la mater familias convocavano una donna anziana (una strega) che doveva essere assistita da tre ragazze giovani. La donna anziana offriva ai Manes tre grani di incenso prendendoli con tre dita collocandoli sulla soglia di casa. Essa poi prendeva una bambola di piombo (notare il tipo di metallo) e la legava con dei fili e pronunciava sottovoce delle formule magiche masticando sette fagioli neri. Dopo di questo cuoceva una testa di sardina forata con un ago di bronzo. Versava alcune gocce di vino e pronunciava questa formula:
"Abbiamo legato le lingue ostili, le bocche dei nostri nemici"
Penso che ognuno può essere libero di interpretare questo rito magico come meglio crede.
Quello che oggi comunque possiamo fare è, qualora non fosse possibile trovare una strega competente in materia, bruciare dell'incenso (profumo della Morte) sulla soglia della porta di casa e recitare questo inno tratto dagli Inni Orfici:
INNO ALLA MORTE
Ascoltami,
tu che reggi il timone di tutti i mortali
concedendo
un tempo santo a tutti, da quanti ti tieni lontana;
perché
il tuo sonno spezza la vita e la traccia del corpo,
quando
sciogli i forti legami della natura
portando ai
viventi il lungo sonno eterno,
essendo
comune a tutti, ma ingiusta con alcuni,
quando nella
rapidità della vita interrompi giovinezza al culmine;
poiché
in te sola fra tutti si compie ciò che è stato deciso;
tu sola
infatti, né da preghiere né da suppliche ti fai
persuadere.
Ma, beata,
ti chiedo di avvicinarti con tempi lunghi di vita,
supplicando
con sacrifici e preghiere
che la
vecchiaia sia un buon privilegio fra gli uomini.
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