Il giorno del 25 dicembre è dedicato al "Sol Invictus" (Sole Invicibile) con il quale si celebra la perenne vitalità della luce.
Si tratta di una festa antichissima nota e celebrata in questo giorno già dagli antichi egizi: l'energia divina "Cuore del Mondo" o "Luce Intelligente" confluiva in una pietra sacra a forma di cono (Betilo - dimora degli Dei) o in pietre nere o pietre di flumine.
Il Sol Invictus era il protettore speciale degli Imperatori e di tutto l'Impero Romano.
In questo giorno in sostanza si celebrava una divinità unica, onnipotente, eterna ed universale di cui il Sole è la manifestazione più splendida. Questo grande Uno detiene la sostanza da cui tutti gli Dei sono formati.
Per questa ragione il cristianesimo si è impossessato di questa antica festa pagana facendola coincidere con la nascita di Gesù.
Si tratta di una festa antichissima nota e celebrata in questo giorno già dagli antichi egizi: l'energia divina "Cuore del Mondo" o "Luce Intelligente" confluiva in una pietra sacra a forma di cono (Betilo - dimora degli Dei) o in pietre nere o pietre di flumine.
Il Sol Invictus era il protettore speciale degli Imperatori e di tutto l'Impero Romano.
In questo giorno in sostanza si celebrava una divinità unica, onnipotente, eterna ed universale di cui il Sole è la manifestazione più splendida. Questo grande Uno detiene la sostanza da cui tutti gli Dei sono formati.
Per questa ragione il cristianesimo si è impossessato di questa antica festa pagana facendola coincidere con la nascita di Gesù.
E' opportuno ricordare che il concetto di "sole" celebrato in questa giornata non si riferisce
ovviamente al Sole in quanto "corpo astrale" o soggetto astronomico,
ovvero la stella che vediamo nel cielo - unico Sole percepibile dai
profani -, ma il cosiddetto "Terzo Sole", "Centro dell'Universo", "Ente". Per opportuni approfondimenti consiglio la lettura del testo dell'Imperatore Giuliano "Ad Helios Re". Il seguente arcinoto "Inno al Sole" di Proclo può essere utilizzato come corretta invocazione.
Proclo: Inno ad Helios
Ascolta, o re del fuoco intellettuale,
Titano dalle briglie d'oro, ascolta, dispensatore di luce,
signore che possiedi la chiave della fonte della vita,
e che sui mondi materiali dall'alto versi un copioso fiume d'armonia.
Ascolta, giacchè tu, che hai sede nel mezzo al di sopra dell'etere,
e tieni il cuore dell'universo, circolo luminosissimo, tutto riempisti della tua provvidenza,
eccitatrice della mente.
I pianeti, cinti dalle tue fiamme perennemente vivide,
sempre, con incessanti e infaticabili movimenti circolari,
mandano a favore di quanti vivono sulla terra stille vitali,
e ogni generazione, sotto i vostri ricorrenti corsi, rigermina secondo la legge delle Ore.
Il fragore degli elementi fra loro cozzanti cessa, quando tu,
che discendi da padre ineffabile appari.
A te cede il coro inconcusso delle Moire; che torcono all'indietro il filo del destino ineluttabile,
quando lo vuoi; giacchè sommamente sei potente e vastamente signoreggi.
Balzò fuori di vostra catena Febo, signore della sacra melodia;
divinamente cantando, al suono della cetra, placa l'enorme flutto della generazione dal cupo muggito.
Dal diffondersi della tua luce, che allontana i mali, nacque, dono soave, Peone,
e sua salute diffuse, dopo aver riempito il vasto universo di balsamica armonia.
Te cantano il glorioso padre di Dioniso;
e te Evio-Attis negli ultimi recessi della materia, te delicato Adone altri chiamarono nei loro canti.
E paventano la minaccia della tua agile sferza i demoni, agli uomini funesti, di cuor feroce,
che alle nostre infelici anime ordiscono danni, affinchè sempre
nell'abisso della vita dal cupo fragore
soffrano sotto il peso del corpo, bramosi del giogo,
e dimentichino la dimora eccelsa e splendente del padre.
Ma tu, ottimo fra gli Dei, coronato di fuoco, nume beato, immagine del dio creatore di tutte le cose,
tu, che le anime elevi,
ascolta, e purificami da ogni peccato per sempre;
e la preghiera di molte lacrime accogli, e liberami dal peccato che dà dolore,
e tienmi lontano dalle espiazioni, placando l'occhio vigile di Dike che tutto vede.
Ad opera del tuo aiuto sempre salutare concedi all'anima mia
la luce purissima e beatissima, una volta dispersa la caligine,
funesta ai mortali, prodotta da veleno e al corpo il magnifico dono d'una perfetta salute.
Fâ chè io diventi famoso e che,
secondo il costume dei miei predecessori
possa aver cura delle Muse dalle amabili trecce.
Non turbato benessere, che nasce da amorosa pietà , se tu vuoi, concedimi, o Signore,
giacchè facilmente puoi compiere.
Tu, infatti, possiedi saldo ed infinito vigore.
Ma se, per i fusi delle Moire, rotanti sotto i fili tratti dai movimenti degli astri
qualcosa di funesto ci colpisce,
distòrnalo con la forza dell'impeto tuo.
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