Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

sabato 13 novembre 2010

Il Farro

Ho notato che il mio post precedente relativo al cibo ha suscitato un certo interesse: Per questo ora intendo affrontare un argomento complesso relativo ad un alimento particolare che ho deliberatamente trascurato dal citare finora: il farro.
Il farro infatti svolge un ruolo focale nella Religione Tradizionale Romana: per questo motivo dedico quindi al farro una sezione specifica. Ovviamente è molto difficile essere esaurienti in questa sede: quello che riporterò sono solo concetti ed idee generali.
Il farro è l'alimento sacro per definizione. Esso svolge il ruolo che ha l'orzo per i Greci. Gli Dei e le Dee si rivolgono agli uomini e alle donne di credo romano chiamandoli "mangiatori di farro".
Tralasciando tutti i rituali e le procedure per la sua raccolta e mietitura, bisogna ricordare che il farro veniva consumato sottoforma di puls: si tratta di una polenta guarnita con pochissimo lardo e cui si aggiungeva un purè di fave novelle nella festa dedicata a Carma (1 giugno).
Vi erano poi i panes laureati focacce non lievitate di farro fatte con acqua, sale e foglie di alloro.
Il Flamine Dialis mangiava le strues (farro e miele) e fertum (con farro, sale, latte e fegato di pecora), focacce sacre (mai lievitate) di farro.
Da ricordare la mola salsa (farro misto a sale) preparata dalle Vestali necessaria per l'esecuzione dei sacrifici cruenti. L'animale da sacrificare diveniva sacer quando gli si aspergeva il capo con la mola salsa.
La focaccia di farro e miele (libum) serviva anche per i riti non cruenti e, con il nome di ianual, viene scambiata fra famiglie e amici a titolo propiziatorio il 1 gennaio.
Un discorso sepcifico andrebbe fatto per la confarreatio (il matrimonio o comunione con il farro), ovvero la forma più sacra di matrimonio,
La sacralità del farro per la Religione Tradizionale Romana è legata anche alla sacralità della famiglia e al culto degli Antenati: il farro rappresenta infatti il cibo "antico" o "primordiale". In pratica rappresenta l'alimento del capostipite di ogni famiglia: consumando il farro nei pasti in famiglia viene rinsaldato il legame famigliare ed il legame con gli Antenati.
Consumare farro ogni volta che è possibile è oggi piuttosto facile: sotto forma di minestre, zuppe, o in insalate. Esistono poi pani e focacce alla farina di farro.
Anche oggi il farro può quindi tornare ad essere un momento importante dell'alimentazione quotidiana o di molte festività specifiche: ad esempio la minestra di farro è il momento centrale del pasto consumato la notte del 21 dicembre per la festività dei Divalia e l'apertura delle Junua Coeli.

1 commento:

L. Livia Plauta ha detto...

A me risulta che il libum sia fatto di farro e formaggio. Almeno, quella è la ricetta di Catone che si trova in giro su Internet. Il miele si mette dopo (se si mette).
Io il farro l'ho sempre adorato, anche quando non era di moda. Adesso ho la fortuna di vivere in un paese dove la farina di farro si trova dappertutto. Domani di nuovo puls per colazione.