Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

mercoledì 18 ottobre 2017

Geografia Sacra

E' importante essere consapevoli dell'esistenza di una morfologia e topografia del sacro cioè della geografia sacra che un tempo connotava il riconoscimento dello spazio da parte degli Antichi. Si tratta di sviluppare la capacità di riconoscere quei luoghi dove in un modo o nell’altro il Divino si manifesta più o meno chiaramente. In alcuni siti il Divino irrompe nel mondo degli umani con una teofania, una ierofania, una cratofania anche piuttosto violenta. 

Molti di questi luoghi in cui gli Dei e le Dee si manifestavano nel Mondo sono stati devastati, i santuari distrutti: alcune tracce tuttavia sono rimaste e grazie anche alle testimonianze letterarie è possibile accedere a questi "spazi sacri eterogenei (connessi simultaneamente ad un Tempo Sacro) totalmente diversi dallo spazio ordinario, profano, non pertinente al Divino. 

Questi luoghi, come tutti quelli in cui il Divino si manifesta, non sono di per sé sacri: essi sono tali nel momento in cui l’individuo, e non l’intera generalità degli uomini, sviluppa la capacità personale di percepire la presenza della Dea o del Dio, sviluppa in sé la percezione del Divino che irrompe nel Mondo attraverso la Natura. 

Il Cultor e la Cultrix sono chiamati a costruire da soli questa capacità, una qualità la cui perdita progressiva ha caratterizzato l’avvio della de-sacralizzazione del Mondo da parte del monoteismo e della modernità. 

Lo spazio sacro ha un significato preciso, possiede un “valore” esistenziale e religioso ben determinato dato dalla presenza del Divino, all’interno di uno spazio sacro evidenziato dal suo santuario, con cui possiamo venire in contatto.

Nessun commento: