Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

venerdì 10 gennaio 2014

Partecipazione

Il Mese di Gennaio è interamente dedicato a Giano, cui ho dedicato in passato alcuni post:

Gennaio
L'Arco - Giano
 
Questo periodo così intensamente dedicato agli "inizi", mi appare come una Alba simbolica dell'intero anno durante la quale effettuo un piccolo bilancio personale dell'anno trascorso e medito su quello a venire. 


Rifletto soprattutto sul significato di quelle scelte che mi hanno portato a vivere e considerare la Spiritualità Tradizionale Romana come una vera e propria Via alla Conoscenza.


Per la mia visione personale, vivere il Politeismo nella quotidianità significa fondamentalmente vivere una forma di “partecipazione”.

Sulla base dell'approccio Spirituale Tradizionale Romano, il Mondo materiale e quello immateriale non mi appaiono più come entità separate, così come il mondo esteriore e quello interiore non mi appaiono staccati ma compenetrati. Per questo noi non possiamo non essere parte di questa rete intrecciata ed inestricabile. 

Ideologie e credi diversi ci hanno insegnato che l’uomo detiene una posizione privilegiata nell’universo. Questa visione antropocentrica ci ha reso miopi ed incapaci di attribuire dignità a tutte le manifestazioni dell’essere. Addirittura alcune religioni ancora negano pari dignità alle donne o negano dignità ad uomini e donne che posseggono credenze religiose differenti: figuriamoci se possono immaginare che l’umanità è solo una parte della Natura e dell’Universo. Quando ci liberiamo da questo pregiudizio allora diventa chiaro che non possiamo avere né una posizione di superiorità rispetto alla Natura né, allo stesso tempo, di inferiorità rispetto al Divino perché siamo componenti di un grande “Tutto”.

 Il Politeismo implica quindi una consapevolezza che tutte le cose posseggano un’individualità, una specificità, che le rende diverse l’une dalle altre. Il Mondo appare quindi composto da differenze e da contrasti, così come da armonie: è proprio dall’unità degli opposti e dalla loro partecipazione al Tutto che scaturisce l’armonia e l’equilibrio.

Nessun commento: