Sono nato e risiedo nella Tuscia (Alto Lazio) ed uno dei luoghi più belli di questa splendida regione è senza dubbio la Faggeta posta sulla sommità del Monte Cimino. Il faggio non è un albero che si incontra facilmente nel panorama italiano: per questa ragione dalle nostre parti andiamo molto fieri ed orgogliosi di questo splendido santuario naturale.
Il Faggio nella Spiritualità Tradizionale è uno di quegli alberi che rappresenta l'assialità e l'unione fra i Tre Mondi: quello Infero, la Terra e quello Supero. Nella Tradizione Romana rientra fra gli Arbores Felices, quindi in particolare connessione con gli Dei e le Dee del Cielo e della superfice della Terra: con il suo legno venivano realizzate coppe per lo svolgimento di molti rituali sacri anche perchè veniva considerato apportatore di salute.
Il nome sacro di questo albero è Fagutal e ciò lo rimanda ad uno dei colli sacri di Roma per l'appunto il Fagutal così denominato per la presenza appunto di un bosco sacro di faggi dedicati a Juppiter Fagutalis (Giove del Faggio). L'albero quindi è sacro a Giove e in particolare a Giunone (nonchè a molte ninfe dei boschi) in quanto polarità femminile dato che tutti gli alberi esprimono la polarità femminile.
Il faggio è uno di quegli alberi, come le Querce Madri, che non può essere tagliato o violato se non dietro consultazione di un pontefice o di un augure. Per la sua longevità, ogni offesa recata a questo albero simbolicamente rappresenta un'offesa alla vita: ancor oggi dalla credenza popolare è considerato di pessimo auspicio il taglio del faggio.