Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 15 novembre 2017

Mangiare carne

Premetto che non sono un vegetariano o vegano. Mangio la carne raramente: ma la mangio. Mi capita di mangiare la carne non molto spesso fondamentalmente perchè non mi piace particolarmente. 

Oltretutto  vivendo in Italia ho la possibilità di mangiare un menù molto vario a base di verdure, formaggi, cereali, legumi, pasta, ecc... che non rende così necessario il ricorso al consumo della carne. Ci sono veramente molte  ottime alternative. Oltretutto penso anche di guadagnarci in salute.

Sul mangiare carne devo dire che sono anche influenzato dall'approccio che a questa questione avevano gli Antichi, soprattutto ovviamente i Romani. Secondo la Spiritualità Tradizionale Romana mangiare la carne doveva passare attraverso un rito: solitamente quello del sacrificio o quello della caccia. Insomma mangiare carne non era un atto meccanico, come avviene per noi moderni. 

E' abbastanza ovvio che oggi non possiamo consumare carne dopo aver effettuato un sacrificio, magari secondo i riti antichi: è evidente che ciò non è possibile nè tanto meno immaginabile. Oltretutto molti di noi non sono più abituati ad assistere alla macellazione di un animale, figuriamoci a farla praticamente in prima persona. Quando ero un bambino mi capitava abbastanza spesso di assistere in campagna alla macellazione di animali: un tempo era una pratica molto comune in Italia. Se volevi mangiare carne, dovevi ammazzare una bestia: non c'erano molte alternative. Anche se sono passati molti anni, conservo un ricordo abbastanza sconfortante di quelle uccisioni... Per me era sempre un piccolo trauma.

Oggi invece, se vogliamo mangiare carne, basta ad esempio andare semplicemente in un supermercato dove pezzi di carne sono asetticamente presentati in modo tale da impedire di comprendere che un tempo erano parti di animali, di esseri viventi. Uno può mangiare chili di carne rimanendo completamento ignaro dell'esistenza di vita a monte di tutta quella carne.

Ripeto. Non possiamo rimetterci a fare sacrifici di animali o riti particolari come si faceva un tempo. Sarebbe ridicolo. Ma questo non significa che, condividendo una determinata sensibilità spirituale, non si possa quanto meno ri-guadagnare consapevolezza della sacralità di alcuni gesti come quelli legati al cibo e al rispetto per il cibo. Si tratta in qualche modo di "doni": quando mangiamo carne stiamo ricevendo il dono della vita di un animale. E' bene non dimenticarlo. 

Mangiamo quindi la carne quando necessario, senza esagerare, con consapevolezza, sempre ispirandosi ai criteri di semplicità e frugalità. In breve la Spiritualità Tradizionale Romana si colloca in una posizione intermedia fra l'essere esclusivamente vegetariani (come ad esempio fanno i Pitagorici) o totalmente carnivori (come avveniva per alcuni gruppi legati al culto di Dioniso-Bacco che oltretutto mangiavano carne cruda). 

E' necessario inoltre sfatare l'immagine dei Romani a tavola. sfrenati e degenerati divoratori di cibi stravaganti e esagerati, come riportato del resto nel Satyricon di Petronio. In realtà questa è l'immagine dello stile di vita dei liberti (cosa che emerge chiaramente anche nello stesso Satyricon)  che non avevano alcuna conoscenza spirituale tradizionale.

L'approccio tradizionale al cibo, compreso anche il consumo di carne, è sempre stato ispirato alla semplicità e alla frugalità. E a questo principio anche io mi baso tuttora: su questo principio ispiro la mia vita quotidiana anche a tavola. Anche in queste piccole cose possiamo correttamente Colere Deos/Deas.

A proposito: potrebbe essere interessante leggere "De esu carnium", "Bruta animalia ratione uti" e "De sollertia animalium" (opere facilmente reperibili in libreria) di Plutarco. In essi ho trovato molti spunti di riflessione non solo sul mangiare la carne ma anche sul rispetto che si dovrebbe attribuire a questi "nostri compagni di viaggio".

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