Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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lunedì 27 novembre 2017

November

November, whose name derives from the fact to be the 9th month in the ancient calendar beginning in March, represents a period of "Interiority". 
November is focused on the flowing of the natural energy returning back underground during winter. This period is dedicated to Infernal underworld Gods and Goddesses (Inferi) from who derives the energy for the creatures on the surface.

November is thus dedicated to Pluto (Underworld Jupiter) whose name means "extremely rich", and to Proserpina (the Girl walking like snakes). Pluto represents the deep, Proserpina the vital force nourishing life in spring.

Black animals, cypress and narcissus are sacred to Pluto. He may be invoked beating the hands on the ground.

Pomegranate tree and poppy are sacred to Proserpina who protects also funerals.

Novembre


Il mese di Novembre, così denominato perchè era il nono mese dell'anno antico che iniziava a Marzo, rappresenta il periodo dell'"Interiorità". 
 
Novembre è focalizzato sul flusso dell'Energia Vegetativa e Vitale che rientra nella Terra  durante tutto il corso dell'inverno. E' un periodo dedicato alle divinità sotterranee (Inferi) da cui deriva l'abbondanza della vita sulla superficie della Terra.

Novembre è dedicato pertanto a Plutone (Giove Infero) che significa "Ricchissimo", il "Dovizioso" e a Proserpina ("La Fanciulla che procede come i Serpenti"). 
 
Plutone rappresenta la profondità, Proserpina la forza vitale che alimenterà la vita in primavera.

A Plutone sono sacri tutti gli animali neri, il cipresso ed il narciso. Viene invocato battendo le mani per terra.

A Proserpina sono sacri il melograno ed il papavero. I funerali sono sottoposti alla sua protezione.

mercoledì 15 novembre 2017

Eating Meat


I have to say that I'm not a vegetarian or vegan. I rarely eat meat, but I eat it. I eat meat not very often basically because I do not particularly like it.

In addition, living in Italy, I have the opportunity to eat a very varied menu of vegetables, many different kind of cheese, cereals, legumes, pasta, etc... It is not necessary to eat meat because there are really so many good alternatives. I think also that, reducing the meat consumption, I'm living definitively in a healthy way.

But, I repeat, I eat meat.

I have to say that, with regards to food in general and meat in particular, I have been influenced also by the approach our Roman Ancestors had in the past about these issues. According to Roman Traditional Spirituality eating meat had to pass through a rite: usually that of sacrifice or hunting. In short, eating meat was not a mechanical act, as it is today for many people in modern (supposed) advanced society. 

It is quite evident that nowadays we cannot eat meat after performing a sacrifice: it is not practically possibile. Many of us are also not so used to attend (not to say "make") the killing of an animal. When I was a boy (many years ago...) living in the countryside, the slaughter of an animal was a rather common event: if one wants to eat meat, he had to kill an animal. I still remember those experiences with a strange feeling of discomfort. 

Now we can easily eat meat just going for example to a supermarket where pieces of animals are presented in a way in which nobody can recognize the identity of the animal as a (ex) living being. One can eat kilos of meat being completely unaware about what really existed "before".

I repeat: we cannot do sacrifices or particular rites for eating meat. But we can re-gain awareness of the sacrality of food in general and of meat in particular as gifts. When eating meat it should be important not to forget that we are receiving the gift of the life of an animal.  

One can eat meat without exaggerating, always on the base of on the criteria of simplicity and frugality. The Traditional Roman Spirituality is placed in an intermediate position between being exclusively vegetarian (such as the Pythagoreans) or totally carnivores (as was the case for some groups linked to Dionysus-Bacchus who also ate raw meat).

It is also necessary to remove the image of the Romans habits when eating with their degenerate and corrupted inclination to extravagant and exaggerated foods, as for example described in the Petronius' Satyricon. This is rather the image of the lifestyle of the freedmen (as clearly emerge even in the Satyricon itself): they had no traditional spiritual knowledge.

The traditional approach to food, including meat consumption, has always been inspired by simplicity and frugality. I am still basing myself on these principles: I inspire my everyday life to these principles even with regards to food. I consider these small acts as a positive contribution to really and correctly Colere Deos / Deas .

By the way, it might be interesting to read " De esu carnium ", " Bruta animalia ratione uti " and " De sollertia animalium " (works easily available in the bookshops) by Plutarch. In them I have found many reflections not only on eating meat, but also on the respect should be paid to these "traveling companions".

Mangiare carne

Premetto che non sono un vegetariano o vegano. Mangio la carne raramente: ma la mangio. Mi capita di mangiare la carne non molto spesso fondamentalmente perchè non mi piace particolarmente. 

Oltretutto  vivendo in Italia ho la possibilità di mangiare un menù molto vario a base di verdure, formaggi, cereali, legumi, pasta, ecc... che non rende così necessario il ricorso al consumo della carne. Ci sono veramente molte  ottime alternative. Oltretutto penso anche di guadagnarci in salute.

Sul mangiare carne devo dire che sono anche influenzato dall'approccio che a questa questione avevano gli Antichi, soprattutto ovviamente i Romani. Secondo la Spiritualità Tradizionale Romana mangiare la carne doveva passare attraverso un rito: solitamente quello del sacrificio o quello della caccia. Insomma mangiare carne non era un atto meccanico, come avviene per noi moderni. 

E' abbastanza ovvio che oggi non possiamo consumare carne dopo aver effettuato un sacrificio, magari secondo i riti antichi: è evidente che ciò non è possibile nè tanto meno immaginabile. Oltretutto molti di noi non sono più abituati ad assistere alla macellazione di un animale, figuriamoci a farla praticamente in prima persona. Quando ero un bambino mi capitava abbastanza spesso di assistere in campagna alla macellazione di animali: un tempo era una pratica molto comune in Italia. Se volevi mangiare carne, dovevi ammazzare una bestia: non c'erano molte alternative. Anche se sono passati molti anni, conservo un ricordo abbastanza sconfortante di quelle uccisioni... Per me era sempre un piccolo trauma.

Oggi invece, se vogliamo mangiare carne, basta ad esempio andare semplicemente in un supermercato dove pezzi di carne sono asetticamente presentati in modo tale da impedire di comprendere che un tempo erano parti di animali, di esseri viventi. Uno può mangiare chili di carne rimanendo completamento ignaro dell'esistenza di vita a monte di tutta quella carne.

Ripeto. Non possiamo rimetterci a fare sacrifici di animali o riti particolari come si faceva un tempo. Sarebbe ridicolo. Ma questo non significa che, condividendo una determinata sensibilità spirituale, non si possa quanto meno ri-guadagnare consapevolezza della sacralità di alcuni gesti come quelli legati al cibo e al rispetto per il cibo. Si tratta in qualche modo di "doni": quando mangiamo carne stiamo ricevendo il dono della vita di un animale. E' bene non dimenticarlo. 

Mangiamo quindi la carne quando necessario, senza esagerare, con consapevolezza, sempre ispirandosi ai criteri di semplicità e frugalità. In breve la Spiritualità Tradizionale Romana si colloca in una posizione intermedia fra l'essere esclusivamente vegetariani (come ad esempio fanno i Pitagorici) o totalmente carnivori (come avveniva per alcuni gruppi legati al culto di Dioniso-Bacco che oltretutto mangiavano carne cruda). 

E' necessario inoltre sfatare l'immagine dei Romani a tavola. sfrenati e degenerati divoratori di cibi stravaganti e esagerati, come riportato del resto nel Satyricon di Petronio. In realtà questa è l'immagine dello stile di vita dei liberti (cosa che emerge chiaramente anche nello stesso Satyricon)  che non avevano alcuna conoscenza spirituale tradizionale.

L'approccio tradizionale al cibo, compreso anche il consumo di carne, è sempre stato ispirato alla semplicità e alla frugalità. E a questo principio anche io mi baso tuttora: su questo principio ispiro la mia vita quotidiana anche a tavola. Anche in queste piccole cose possiamo correttamente Colere Deos/Deas.

A proposito: potrebbe essere interessante leggere "De esu carnium", "Bruta animalia ratione uti" e "De sollertia animalium" (opere facilmente reperibili in libreria) di Plutarco. In essi ho trovato molti spunti di riflessione non solo sul mangiare la carne ma anche sul rispetto che si dovrebbe attribuire a questi "nostri compagni di viaggio".