In questo periodo dell'anno cadevano le anticamente denominate Feriae Sementinae (nelle città) o Feriae Paganicae nelle campagne. Si trattava di festività legate in primo luogo alle attività agricole dato che si svolgevano alla fine della semina.
Il Flamine Quirinale invocava:
Veruactor, Reparator, Imporcitor, Insitor, Obarator, Occator, Sarritor, Subruncinator, Mesor, Conuector, Conditor, Promitor
Ma il perno di questa festività era l'invocazione contemporanea a Cerere e Tellus.
Questa è l'invocazione rivolta a queste Dee:
"Saziate di raccolti immensi gli avidi coloni perchè la loro fatica abbia degno premio. Le tenere sementi non cessino di crescere e i germogli non siano bruciati dal gelo. Quando seminiamo, rasserenate il cielo; quando il seme è sottoterra, abbeveratelo di pioggia. Gli uccelli non lo rapiscano, le formiche non lo sottraggano. E la pianticella cresca sana e la malerba non la soffochi e spighi in abbondanza",
In realtà le Feriae Sementinae avevano, e hanno ancora, tuttavia un significato che va oltre quello semplicemente agricolo. L'importanza di questa festività è dovuta infatti alla complessa simbologia, di cui posso solo fornire rapidi cenni, legata al "seme" e al "campo".
Il "campo" è connesso alla Terra-Tellus che rappresenta il Corpo, la Materia (Mater-Materia). Il seme è l'elemento inerte (morto), ma che gettato nel campo-terra, luogo simbolico di tutti gli elementi vitali (Cerere), rinasce e sviluppa tutte le potenzialità della pianta secondo il ciclo ed il colore delle stagioni (in senso fisico e metafisico):
- inverno (nero)
- primavera (bianco)
- estate (rosso)
- autunno (oro)
Il seme simboleggia quindi il principio della generazione, la potenzialità dell'essere che deriva dalle profondità della Terra (Cerere e Tellus). Ecco quindi l'importanza dell'atto del coltivare non solo in senso pratico, ma anche, e soprattutto, simbolico e cultuale. Inutile ricordare che gli Dei e le Dee si coltivano (Colere Deos/Deas) e non si pregano. La pietas consiste nel corretto approccio alla spiritualità come forma di coltivazione simbolica in cui si gettano dei semi che devono germogliare, crescere, fiorire e dare frutti.
"Il chicco di grano non darà spighe finchè non viene gettato dentro la Terra": la rinascita necessita della "caduta". Interessante quindi rileggere la summenzionata invocazione a Cerere e Tellus con questa più profonda prospettiva interpretativa.
Il "campo" è connesso alla Terra-Tellus che rappresenta il Corpo, la Materia (Mater-Materia). Il seme è l'elemento inerte (morto), ma che gettato nel campo-terra, luogo simbolico di tutti gli elementi vitali (Cerere), rinasce e sviluppa tutte le potenzialità della pianta secondo il ciclo ed il colore delle stagioni (in senso fisico e metafisico):
- inverno (nero)
- primavera (bianco)
- estate (rosso)
- autunno (oro)
Il seme simboleggia quindi il principio della generazione, la potenzialità dell'essere che deriva dalle profondità della Terra (Cerere e Tellus). Ecco quindi l'importanza dell'atto del coltivare non solo in senso pratico, ma anche, e soprattutto, simbolico e cultuale. Inutile ricordare che gli Dei e le Dee si coltivano (Colere Deos/Deas) e non si pregano. La pietas consiste nel corretto approccio alla spiritualità come forma di coltivazione simbolica in cui si gettano dei semi che devono germogliare, crescere, fiorire e dare frutti.
"Il chicco di grano non darà spighe finchè non viene gettato dentro la Terra": la rinascita necessita della "caduta". Interessante quindi rileggere la summenzionata invocazione a Cerere e Tellus con questa più profonda prospettiva interpretativa.
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