Devo dire che non mi sono mai trovato a mio agio a trattare, in senso divino, del Mare. In questo forse mi riallaccio, più o meno inconsapevolmente, alla tradizione romana per cui il mare, a differenza della tradizione ellenica, ha sempre rappresentato un qualcosa di misterioso, di oscuro, difficilmente comprensibile. Probabilmente è più forte istintivamente il legame spirituale con la Terra, con tutte le sue declinazioni Divine, rispetto al Mare di cui bisogna in qualche modo sempre diffidare.
Essendo una dimensione divina estremamente complessa, in questa sede mi limiterò a poche e sintetiche considerazioni che, per questo, richiedono dei futuri necessari approfondimenti.
La peculiarità divina del Mare è data dalla sua stessa natura e dal ruolo che svolge nell'ambito dell'intero assetto naturale della nostro Pianeta. Il nostro infatti è il pianeta del Mare: una enorme distesa di acqua che però l'uomo non può usare. La terra, spazio naturale dell'habitat umano, è una concessione del Mare. L'esistenza dell'umanità è quindi anche legata a questo favore che il Mare ci concede. In tutte le tradizioni esiste l'immagine di una o più catastrofi legate all'acqua: i Diluvi, che rappresentano l'alleanza delle forze del cielo con quelle del Mare, sono lo strumento per cui l'umanità viene ridimensionata, punita nella sua arroganza, ricondotta ad un punto di partenza. L'umanità viene simbolicamente cancellata dall'acqua come anche per esempio nel caso di Atlantide.
Di tutto questo gli Antichi erano consapevoli anche attraverso l'immagine simbolica secondo cui la terra è costantemente "circondata dall'abbraccio" di Oceano (polarità maschile) e Teti (polarità femminile). Le acque del cielo e della terra sono utili all'uomo, mentre il mare, da questo punto di vista, rimane un mondo inaccessibile all'umanità.
Il Mare attraversato e penetrato dai raggi del Sole è lo spazio sacro di Poseidone e di tutte le sue creature mortali ed immortali. Poseidone è uno Zeus del Mare il cui simbolo peculiare è il Tridente. Questo simbolo è molto antico, appartenente alla tradizione primordiale e ricco di simboli: è un'arma simbolica assiale a tre punte dal valore molto complesso e articolato. Dispone di una simbologia talmente potente che il monoteismo, per azzerarne il valore, l'ha messa in mano al Diavolo.
La parte del Mare non penetrata dal Sole è una zona oscura e misteriosa che la tradizione assegna come spazio simbolico dei cosiddetti "primordiali". Qui non c'è spazio per le Forze Divine che sono in qualche modo in contatto con l'umanità: si collocano simbolicamente energie, forze, Dei e Dee primordiali del "Mondo Antico". Tutto quello che si lega ad una dimensione primordiale, precedente quindi alle Divinità che conosciamo, non si è estinto, ma è simbolicamente custodito nelle profondità più inaccessibili del Mare. Il Mare, le cui acque sono forza di generazione futura (si pensi a Venere ad esempio - energia vitale dell'acqua "non marina" ma che deriva dal Mare) è nello stesso tempo il luogo dove si cela il passato più remoto e ignoto.
Il Mare, con la sua forza incontrollata ed incontrollabile, è simboleggiato dal Cavallo. L'onda irruente del mare ricorda l'incedere del galoppo del cavallo.
La Tradizione Spirituale Romana collega il mare a Nettuno. Ma Nettuno rimane una forza divina poco nitida: inizialmente connesso alle sole acque interne, poi assimilato a Poseidone... Anche Nettuno è simboleggiato dal Tridente e dal Cavallo. Nel Circo Massimo, dove si svolgevano le corse dei cavalli, c'era appunto una grande statua di Nettuno. Le stesse feste di Nettuno, Neptunalia, sono feste di cui sappiamo poco o nulla.
Vi sarebbero molte altre considerazioni da fare, ma per ora mi fermo qui.
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