Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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giovedì 14 aprile 2016

Un chiarimento

Su un noto magazine italiano (L'Espresso) è stato pubblicato un articolo in cui Eugenio Scalfari presenta il suo libro "Il Labirinto".

Ho trovato alcune affermazioni di Scalfari sgradevoli. Poichè è inutile tentare di scrivere alla rivista per ottenere un chiarimento, l'unica possibilità che ho a disposizione è quella di esprimere il mio disappunto su questo blog.

Senza soffermarmi sulle riflessioni di Scalfari sul concetto di "mito" (che sono molto superficiali e banali), riporto di seguito le parole che contesto: 


"Molte religioni sono morte col passare dei secoli e dei millenni. Chi aprirebbe oggi un tempio a Zeus o ad Apollo, o ad Afrodite, a Persefone e a tutti gli altri dèi delle religioni olimpiche? Templi religiosi dove si adorassero quelle divinità?


Chi lo facesse verrebbe sospettato di follia o sarebbe un uomo di spettacolo con in mente una tournée per divertire il pubblico per qualche sera e guadagnarsi denaro e fama."


Lasciamo pure correre sul fatto che la religione, come la intendiamo noi moderni, è un concetto che era ignoto agli antichi. Tralasciamo pure il fatto che ciò che riguarda gli Dei e le Dee non è una "religione", ma qualcosa di molto più complesso e superiore che un profano non può capire. 

Sorvoliamo anche sul fatto che un tempio antico non è una chiesa, una moschea o una sinagoga. E' qualcosa di totalmente diverso. E concedo che si tratta di una nozione un profano non può capire.

Tralasciamo parimenti anche il fatto che ci possa essere qualcuno che abbia deciso, di sua spontanea volontà magari seguendo un preciso e complesso percorso spirituale ed esistenziale interiore, di intraprendere la "Via" ovvero la conoscenza del Sapere Tradizionale.

Tralasciamo tutto questo. Ma definire queste persone dei pazzi o dei mascalzoni, mi sembra un po' troppo. Quantomeno offensivo.

Personalmente intendo chiarire a chi casualmente si trova a leggere questo blog, che il sottoscritto non è un folle (almeno così mi sembra) e soprattutto non sono un uomo di spettacolo! Non intendo divertire il pubblico e da tutto questo non ci guadagno nè denaro nè fama.

Direi piuttosto il contrario. E chi ha intrapreso la Via della Tradizione sa benissimo quanto difficile e pesante sia il cammino lungo questa Via.

Spero di aver chiarito sufficientemente il concetto.

Il testo integrale può essere letto su questo link

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