Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 7 aprile 2015

Venerari - Veneratio

In considerazione del mese di Aprile dedicato a Venere, può essere utile fare qualche riflessione sul verbo "venerari" e la "veneratio".

E' fin troppo evidente il legame etimologico che esiste fra questi due termini e Venere. Come è accaduto per altre parole latine (ad es. devotio, evocatio, felix, sinister, etc.), anche queste hanno assunto una valenza totalmente profana anche a seguito del processo di profanazione continua delle lingue moderne (non casualmente definite come "volgari")

La veneratio, così come l'atto del venerari, è un atteggiamento del Cultor e della Cultrix nei confronti degli Dei e delle Dee connesso alla pietas. A differenza della pietas, la veneratio però non si basa sulla fides e su un rapporto do-ut-des quanto su un sentimento "accattivante" destinato a catturare la benevolenza, l'avvicinamento propizio della forza divina. Non c'è quindi uno scambio alla pari, ma si richiede un atto di "cortesia divina" ovvero la venia divina.

La veneratio implica un atteggiamento sincero e una disponibilità di spirito tale da suscitare un gesto di amore da parte della forza divina. In questo senso la veneratio è ispirata da Venere. Il coinvolgimento di Venere, come potente, affascinante e accattivante forza di amore, sarebbe tale da rendere la veneratio e l'atto del venerari, applicando alcune tecniche teurgiche - a me non note, una formula talmente potente e seducente da creare una forza cui l'energia divina coinvolta non può resistere. 

In questo senso la veneratio può diventare, oltre che un'invocazione ispirata dall'Amore da e verso il Divino, una formula magica molto potente tale da generare conseguentemente un venenum ovvero un fascino simile a quello esercitato dalle donne nei confronti degli uomini. Il venenum suscitato dalla veneratio e dal venerari può divenire pertanto simile, in termini teurgici e magici, al fascinum. Mentre però il venenum è una forma religiosa e accattivante di amore il fascinum ha una valenza decisamente negativa in quanto si presenta come una formula magica di maledizione. 

Insomma, una distinzione di non secondaria importanza.

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