Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 28 aprile 2015

Pan

In this period of year, Nature restarts its activities with great force. This happens both in the dimension of the Cultivated in that of the Wild. Tradition cites many divine forces and energies related to agricultural activity (strictly linked to the concept of colere Deos/Deas).   Similarly, the sphere of the Wild is declined traditionally through a large number of forces and energies divine.

Faunus, Silvanus, Diana, Feronia, etc ... are all forces related to the Wild: in particular the energy that most symbolizes the concept of Wild remains undoubtedly Pan.


An image from the film "Pan's Labyrinth"
When speaking about Pan, as well as of all divineWild forces, it's really hard to make theoretical "doctrine", because these realities are particularly linked to the idea of Experience. Pan cannot be "studied"; to be understood, this God must be experimented, Pan has to be met. 
Pan is thus highly characterized by personal, intimate, passional and emotional aspects: this is maybe the reason why Pan was the God who made major to the violent imposition of monotheism. It was, and still is, tied to the deepest and secret part of the individual: his/her primitive instinct. In practice Pan reminds us that human beings, after all, are and remain "animals". Instincts are hidden in the deepest part of each of us, in the same way Pan lurks in the deepest parts of the wild places inaccessible to humans: in the solitude of the great forests where hardly the sun's rays can penetrate.

While the Urban and Rational Gods and Goddesses were removed by their temples, the Gods and Goddesses of the wild instincts did not surrender and the forests were called "sanctuaries": maybe they have never succumbed despite being assimilated to the idea of Devil and forests considered places of the devil. Andin the attempt to remove them from their forests. the monotheism has also tried to set up in the woods and forests churches and convents, but without success.

The Tradition provides a very detailed and particular description of this, given the peculiar aspects involved. Porphyr in Perì Agalmàton writes:

"They made Pan symbol of the Everything providing him with the horns as symbols of the sun and moon, and the skin of deer as an emblem of the stars in the sky, or the variety of Everything"

Pan is the Everything and symbolizing with his body the entire Cosmos. The head is the superiority of the divine cosmic principle placed at the top (the Sky) while the lower goat legs represent the link with its most solid, instinctive and wild Earth. Usually he has two horns (the Sun and the Moon or even the dualistic principle, the duplicity), sometimes the horns of a deer (the sunrays or the seven planets/colors/musical notes/metals of cosmic spiral). The face is red like fire, the skin is spotted to symbolize the sky full of stars. In hand brings the syringe or the bagpipe (control over the air and the winds as well as the celestial harmony) and a curved stick (circularity of Time). In general he is a male generative force but sometimes he shows both amle and feminine sexual and generative attributes.

The Pan Flute or syringe is made ​​of reeds: this links the God to the nymphs (Syringe is a nymph), the rivers, the vital energy and primordial water.

Like when crossing a forest, we leave the trail and we fall in a particular fear because we feel we have left our security and we feel lost, similarly we perceive this feeling to be lost when we lose control of ourselves, when we feel that our passions and instincts can dominate totally us, when we're afraid of losing rationality that no longer supports us. This feeling is the Fear of Pan or Panic.

This description can evidence that Pan is the Pagan God by definition: he is multiplicity, plurality, diversity, variety, linked to life, instincts, the liberation of the senses, just because the Everything, the Nature, the Universe  is always multiplicity in movement. Pan, being "wild", is by definition a native, shamanic, prophetic, adrenaline and tribal Force, without constraints and rules; in short, he is, according to the monotheistic ethics, "what should not be."

It simply symbolizes our inability to completely control over Nature and ourselves.

lunedì 27 aprile 2015

Pan

In questo periodo dell'anno, la Natura riprende la sua attività con grande forza. Questo avviene sia nella dimensione del Coltivato che in quella del Selvatico. La tradizione ci indica un gran numero di forze ed energie divine legate all'attività sacra dell'agricoltura (così legata poi allo stesso concetto di colere Deos/Deas). Allo stesso modo, la sfera del Selvatico viene declinata tradizionalmente attraverso un gran numero di forze ed energie divine.

Fauno, Silvano, Diana, Feronia, ecc... sono tutte forze connesse alle Selve (selvatico): in particolare l'energia che maggiormente sacralizza il concetto di Selvatico rimane senza dubbio Pan.


Un'immagine tratta dal film "Il labirinto del Fauno"
Quando si parla di Pan, così come di tutte le forze divine selvatiche, è veramente difficile fare della "dottrina", perchè queste realtà sono particolarmente legate ad un'idea di Esperienza. Pan non si studia, si sperimenta, si incontra. Questo aspetto "intimo", "passionale", "emotivo" probabilmente è stato uno dei motivi per cui Pan è stato sostanzialmente il Dio che ha posto maggiore resistenza all'avanzata violenta del monoteismo. Esso era, ed è ancora, legato alla parte più profonda, segreta dell'individuo: la sua primitiva istintività. In pratica Pan ci ricorda che gli esseri umani, nonostante tutto, sono e restano degli animali. Come infatti gli istinti sono celati nella parte più profonda di ciascuno di noi, allo stesso modo Pan si cela nelle parti più profonde dei luoghi selvatici difficilmente accessibili agli umani: nella solitudine delle grandi foreste dove a fatica i raggi del Sole riescono a penetrare. 

Mentre quindi gli Dei e le Dee delle città e della ragione venivano cancellati, gli Dei e le Dee selvatici e degli istinti non cedevano e le foreste venivano chiamati "santuari": anzi forse essi non hanno mai ceduto nonostante siano stati assimilati all'idea del Diavolo e le foreste considerate luoghi del demonio. E per tentare di cacciarli dalle loro foreste si è cercato anche di istituire nei boschi e nelle foreste chiese e conventi: ma senza successo.

La descrizione che la tradizione fornisce di questa forza divina è molto particolare, date le caratterstiche peculiari coinvolte. Porfirio nel Perì Agalmàton scrive:

"Del Tutto fecero simbolo Pan dandogli le corna come simboli del sole e della luna, e la pelle di cerbiatto come emblema delle stelle in cielo, o della varietà del Tutto"

Pan è il Tutto ed il suo corpo simboleggia, dall'alto verso il basso, l'intero Cosmo. La testa rappresenta la superiorità del principio divino cosmico collocato in alto mentre le zampe inferiori caprine rappresentano il nesso con gli aspetti più solidi, istintivi e selvatici della Terra. Talvolta presenta due corna (il Sole e la Luna o anche il principio dualistico, la duplicità), altre volte le corna di un cervo (i raggi solari o i sette pianeti/colori/note musicali/metalli della spirale cosmica). Il volto è rosso come il fuoco, la pelle è maculata a simboleggiare la volta celeste piena di stelle.  In mano porta la siringa o la zampogna (il controllo dell'aria e dei venti e l'armonia celeste) e un bastone ricurvo (circolarità del Tempo). Spesso presenta attributi generativi e sessuali sia maschili che femminili.

Il Flauto di Pan o siringa è fatto di canne e ciò lega il Dio alle ninfe (Siringa è una ninfa), ai fiumi, all'energia vitale e primordiale dell'acqua.


Come quando attraversando una foresta, lasciamo il sentiero e veniamo presi da un timore particolare poichè sentiamo di lasciare la nostra sicurezza e ci sentiamo persi, allo stesso modo questo sentimento di smarrimento ci assale quando perdiamo il controllo di noi stessi, quando ci sentiamo in balia delle passioni e degli istinti, quando abbiamo paura di perdere la razionalità che non ci sostiene più. Questo sentimento è il Timore di Pan ovvero il panico.


Da questa descrizione si comprende come Pan sia il Dio pagano per definizione: in lui tutto è molteplicità, pluralità, varietà, legato alla vita, all'istinto, alla liberazione dei sensi, proprio perchè il Tutto, la Natura l'essere è sempre molteplicità in movimento. Inoltre Pan, essendo "selvatico", è per definizione nativo, sciamanico, profetico, adrenalinico e tribale, senza vincoli e regole; insomma rappresenta, secondo la morale monoteista, "quello che non bisognerebbe essere". 

Esso simboleggia la nostra incapacità di controllo totale sulla Natura e su noi stessi



martedì 21 aprile 2015

April the 21st: Dies Natalis Romae - Palilie

I have already written some reflections about this relevant day in the Traditional Roman Calendar. I use this post to put them together...

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Rome has been founded on 21st april 753 b.c. over the Palatine by Romolus with a rite based on the delimitation of the templum with a lituum, auspices' reading and interpretation, offering to Gods/Goddesses and to Earth, delimitation of the sacred space with a lituum, construction of the pomerium (sacred border) traced on the ground with a plough's furrow, delimitation of the Via Sacra around the pomerium.

Through this rite Rome became not only a physical space, but also a meta-physical space where great sacred and divine energies and forces are concentrated. Rome is thus not only a "place" but also a "meta-place". Thanks to this consecration, or a translation into the Divine dimension, Rome may be the center of other religions but it will remain the site of the Ancient Gods/Goddesses forever.

Costantinopolis is the only city in the world founded with the same rite.

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This day is dedicated also to the ancient Goddess Pale, Goddess of shepherds, sheep farming and flocks.

This is a purification day during which flat bread and milk are eaten and offered to this Goddess.

At night straw fires are lighted.
In the past cattle was passed three times through these fires as a purification rite. 

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The day of April 21st is dedicated to the foundation of Rome and to the Ancient Goddess of Pale. In many blogs there are detailed hystorical descriptions about these importatn festivals. 

It seems to me quite useless to add something else to this here also because in this blog I'm trying to dismiss, whenever possible, the hystorical rhetoric and to reconstructionism. I have not appreciated also the fact that in Rome these ceremonies have been quite essentially biased on costume parades. Too much folklore; this is a carnival party. That's all.

During a day like this a Cultor and a Cultrix should wonder what these festivities mean for them today, what meaning and sense these festivities may have today wondering also about the value we can assign today to these festivals: which kind of contribution can these festivals provide to our spirituality within the Traditional Roman Spirituality today? I don't think that insisting on the purification of flocks can be useful or understandable for us (except for someone involved in sheep or livestock breeding).

Anyway. I ask to myself how it can be possible to spiritually live this day and how this day can contribute to my spirituality for the days to come.

I think that the Traditional Roman Spirituality today, among others, is a kind of deep spirituality linked to the cult (practice) of the Ancestors. Role and meaning of Ancestors (also as metaphysical concept) strongly inspire this kind of Credo.

The foundation of Rome (its myth and the festivity dedicated to an ancient Goddess) therefore recalls an idea of Ancestors, an idea of Beginning, Origin, the birth of a Spiritual Tradition. This day evokes a type of primordial humankind where Life is sacred, men and women are strictly close to Gods and Goddesses (in a very broad sense).

We thus remind a Time when every action, gesture, thought were sacred. This is a Time when the urban space where men and women live is co-shared with Gods and Goddesses. Every man and woman are priest and priestess because living is a sacred action, the city-village is a Temple, every form and expression of the Reality reveals and discloses the Divine Presence. And men and women can easily perceive the sacred Breath (flamen) of this Divine Presence.

In this primal status there is a pure, immediate, direct, plain elementarity: what is immensely great is like what is immensely small. Microcosm and macrocosm are the same.

I think that in this day (rather than dressing masks) it should be better to direct our thoughts toward this concept of frugality, simplicity, primal status which the idea of Ancestors and their cult materialize. We have to regain this deep sense and meaning connected to these festivals, the real idea of Ancestors (a concept we have completely lost) which must inspire our everyday life. 

We should daily reflect about these principles.



21 Aprile: Dies Natalis Romae - Palilie

Ho già scritto alcune riflessioni su questa importante data del calendario tradizionale romano. Utilizzo questo post per metterle tutte insieme.

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Il 21 aprile 753 a. c. Roma viene fondata sul Palatino da Romolo con un rito che ha previsto la delimitazione del templum con un lituo, lettura degli auspici, offerta agli Dei e alla Terra, delimitazione dello spazio sacro con il lituo, costruzione del pomerium tracciato nella Terra con un solco dell'aratro, delimitazione della Via Sacra intorno al pomerium.

Attraverso questo rito Roma diventa non solo uno spazio fisico, ma anche uno spazio metafisico dove si concentrano grandi energie naturali e forze divine. Roma quindi non è solo un luogo ma anche un meta-luogo. Grazie a questa consacrazione, ovvero una traslazione alla dimensione degli Dei, Roma potrà anche essere il centro di altre religioni, ma rimarrà sempre la dimora degli antichi Dei.

L'unica altra città al mondo fondata con il medesimo rito è Costantinopoli.

Giornata dedicata all'antica Dea Pale, Dea dei pastori, della pastorizia e delle greggi.

Giornata della purificazione durante la quale si offrono alla Dea e si consumano focacce e latte. Accensione notturna di fuochi di paglia. Anticamente il bestiame veniva fatto passare tre volte attraverso il fuoco come rito di purificazione. 

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Oggi si celebra la fondazione di Roma e la Festa della Dea Pale. Sui blog si trovano dettagliate descrizioni storiche di queste due importanti festività. 

Mi sembra pertanto inutile aggiungere altro anche perchè in questo blog sto cercando di rinunciare il più possibile alla retorica storica e al ricostruzionismo. Non ho nemmeno gradito il fatto che nella stessa città di Roma questi festeggiamenti siano consistiti essenzialmente in parate in costume. Troppo folclore, troppo carnevale. Poca sostanza. 

Insomma in una data come questa, il Cultor e la Cultrix di oggi si dovrebbero chiedere cosa significhino queste festività oggi: quale possa essere il loro più intimo significato e quale valore possiamo dare oggi a queste festività: quale contributo possano dare alla spiritualità della spiritualità Tradizionale Romana oggi.  Non credo che la purificazione delle greggi (salvo qualcuno dedito alla pastorizia) ci possa aiutare più di tanto. 

Quindi chiedo a me stesso in primo luogo come vivere spiritualmente questa giornata e come questa stessa giornata possa contribuire alla spiritualità per i giorni a venire.

Ebbene, penso che la Spiritualità Tradizionale Romana oggi sia, tra le altre cose, una forma di spiritualità profonda legata al culto (pratica) degli Antenati: il ruolo ed il significato degli Antenati (anche come concetto metafisico) ispirano fortemente questo tipo di Credo.

La fondazione di Roma (il suo mito e la festività di un'antica Dea) quindi ci rimanda ad un'idea di Antenati, ad un'idea di Principio, di Inizio, della nascita di una tradizione spirituale. Questa giornata ci rimanda quindi ad un'umanità primordiale dove tutta la vita è sacra, in cui uomini e donne sono strettamente vicini agli Dei e alle Dee (in un senso estremamente ampio).

Veniamo rimandati ad un Tempo in cui ogni atto, ogni gesto, ogni pensiero era sacro. Si tratta di un Tempo in cui lo spazio urbano degli uomini e delle donne viene condiviso con quello degli Dei e delle Dee. Ogni uomo e ogni donna sono sacerdoti e sacerdotesse perchè già lo stesso vivere è un atto sacro, la città è essa stessa Tempio, tutte le forme e le espressioni della Realtà rivelano la presenza divina. E di questa presenza divina gli uomini e le donne ne percepiscono il Soffio (flamen).

In questa primordialità si trova un'elementarietà pura, immediata, semplice, diretta: tutto ciò che è immensamente grande è uguale a tutto quello che è immensamente piccolo. Quello che è in alto è uguale a quello che è in basso.

Penso quindi che in una giornata come questa (piuttosto che mascherarsi) si dovrebbe volgere i propri pensieri a questo concetto di semplicità, frugalità e primordialità che l'immagine degli Antenati e del loro Culto materializza. Si tratta pertanto di recuperare un senso ed un significato profondo celato in queste festività, sul senso del concetto di Antenati (un concetto che abbiamo quasi completamente smarrito) che debbono ispirare la nostra quotidianità.

martedì 7 aprile 2015

Venerari - Veneratio

Considering that the month of April is dedicated to Venus, I think it may be useful to make some reflections about the verb "venerari" and the term "veneratio".

It is quite obvious the etymological connection linking somehow these two terms to Venus. As for other Latin words (eg. Devotio, Evocatio, felix, sinister, etc.), these two words have now acquired a totally profane meaning also following the process of continuous profanation in modern languages ​​(not coincidentally defined as "vulgar" )

The veneratio, as well as the act of venerari, is an attitude of the Cultor and the Cultrix towards the Gods and Goddesses connected to the pietas. Unlike the pietas, the veneratio is not based on a relationship of fides and do-ut-des but rather on a feeling capable to capturing, captivating the benevolence, a positive approach to the divine power. So this is not an equal exchange, but it requires an act of "divine courtesy" or the divine venia.

The veneratio implies a sincere attitude and a particular disposition of spirit as to arouse a gesture of love by the divine power. In this sense the veneratio is inspired by Venus. The involvement of Venus, as powerful, fascinating and attractive force of Love, would be likely to make veneratio and the act of venerari (applying certain theurgical techniques - unknown to me), a so powerful and seductive formula to create a force to which the involved divine energy can not resist.

In this sense the veneratio may become not only an invocation inspired by Love to/from the Divine, but also a very powerful magic formula capable to consequently generate a venenum or a charm similar to that exercised by women towards men. The venenum aroused by veneratio and venerari therefore can become similar, in theurgic and magic terms, to fascinum. But while the venenum is a religious expression and captivating love, the fascinum has a definitively negative value because it looks like a magic formula of curse.

In short, a distinction of a not scondary importance.

Venerari - Veneratio

In considerazione del mese di Aprile dedicato a Venere, può essere utile fare qualche riflessione sul verbo "venerari" e la "veneratio".

E' fin troppo evidente il legame etimologico che esiste fra questi due termini e Venere. Come è accaduto per altre parole latine (ad es. devotio, evocatio, felix, sinister, etc.), anche queste hanno assunto una valenza totalmente profana anche a seguito del processo di profanazione continua delle lingue moderne (non casualmente definite come "volgari")

La veneratio, così come l'atto del venerari, è un atteggiamento del Cultor e della Cultrix nei confronti degli Dei e delle Dee connesso alla pietas. A differenza della pietas, la veneratio però non si basa sulla fides e su un rapporto do-ut-des quanto su un sentimento "accattivante" destinato a catturare la benevolenza, l'avvicinamento propizio della forza divina. Non c'è quindi uno scambio alla pari, ma si richiede un atto di "cortesia divina" ovvero la venia divina.

La veneratio implica un atteggiamento sincero e una disponibilità di spirito tale da suscitare un gesto di amore da parte della forza divina. In questo senso la veneratio è ispirata da Venere. Il coinvolgimento di Venere, come potente, affascinante e accattivante forza di amore, sarebbe tale da rendere la veneratio e l'atto del venerari, applicando alcune tecniche teurgiche - a me non note, una formula talmente potente e seducente da creare una forza cui l'energia divina coinvolta non può resistere. 

In questo senso la veneratio può diventare, oltre che un'invocazione ispirata dall'Amore da e verso il Divino, una formula magica molto potente tale da generare conseguentemente un venenum ovvero un fascino simile a quello esercitato dalle donne nei confronti degli uomini. Il venenum suscitato dalla veneratio e dal venerari può divenire pertanto simile, in termini teurgici e magici, al fascinum. Mentre però il venenum è una forma religiosa e accattivante di amore il fascinum ha una valenza decisamente negativa in quanto si presenta come una formula magica di maledizione. 

Insomma, una distinzione di non secondaria importanza.

giovedì 2 aprile 2015

April - Venus

April is a month enterely dedicated to the Nature and to the Nature's Beauty. Many Goddesses are celebrated during this month, above all Venus.

Venus is a very complex and difficult Divne Force: some additional details can be found in this post and in this post.

Venus is the sacralization of Beauty: in particular she is "The Revealed and Disclosed Beauty".

Her sacred trees and plants are: cherry tree, myrtle, daisy, rose, lime and apple tree.
Her sacred animals are: stork, sparrow, frog, dolphin, swan, hare, turtle and dove.

A Venus' fundamental symbol is the shell.

Venus is also identified as:
  • Venere Pandemia: physical love
  • Venere Urania: spiritual love
  • Venere Murcia: she-mitigating
  • Venere Verticordia: passion

Venus is symbolized by a cone dark stone.

Other important Gods/Goddesses celebrated in April are:
  • Ceres: "the nuorishing land". She is also named "Flavia" (blonde, clear), "frugifera" (giving fruits), she is the sacred symbol of corn cultivation. Spike, poppy, pig and heifer are sacred to Ceres.
  • Tellus: the Earth, symbol of stability and solidity (Tellus Stabilita), she-generating energy. She is represented surrounded by children. Sacred animal: veal
  • Pale: ancient Goddess of pastures and herds.
  • Robigo: "Rust". Negative God provoking inactivity and many plant, animal and human deseases.
  • Flora: Goddess of Flowers. She is the symbol of spring. Seeds and honey are sacred to Flora. She is represented by a wicker basket full of flowers she will put on trees.
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It is possible to provide some brief and simple considerations about a deeper meaning and sense of the cult and symbology of Venus.
 
Venus represents the Generating Force hidden inside the Nature, in particular the generating and purificating force of Water. It is important ot note that the letter "V" as initial of her name and the symbol of Venus are linked to the hermetic symbol of Water however connected to the feminine sexuality. The purificating power of Water-Venus is also evidenced by the Goddess' nudity: I will discuss this complex topic in another post.
 
Venus contains in the same time Life and Death: she is defined also "mortis et vitae locus". 
Venus symbolizes, in hermetic terms, the passivity, contraction, the Original Primigenial Force, the "Wet Path", "the Green Path", copper, sexuality, the lumbar region.

 
Venus is also somehow linked to the secret name of Rome.


 The roman grafito in Pompeii
 
 The importance of the cult of Venus in Rome is extremely well known and the realtion between the name of Rome and Venus is also evidenced by the famous grafito in Pompeii.

Aprile - Venere

Aprile è un mese dedicato alla Natura e alla bellezza della Natura. Molte divinità femminili sono celebrate in questo mese soprattutto Venere.
Venere è una forza divina estremamente complessa: qualche approfondimento può essere trovato su questo post e su questo post

Venere è la sacralizzazione della bellezza, in particolare "la bellezza disvelata".
Gli alberi sacri a Venere sono:
il ciliegio, il mirto, la margherita, la rosa, il tiglio, il melo.

Gli animali sacri a Venere sono:
la cicogna, il passero, la rana, il delfino, il cigno, la lepre, la tartaruga e la colomba.

Un simbolo fondamentale di Venere è la Conchiglia.

Venere viene indentificata come:
  • Venere Pandemia: amore fisico
  • Venere Urania: amore spirituale
  • Venere Murcia: la mitigante
  • Venere Verticordia: la passione

Venere a Roma era simboleggiata da una Pietra Nera di forma conica.

Le altre divinità celebrate nel mese di aprile sono:
  • Cerere: la Terra che Nutre. E' detta "Flavia" (la bionda, la chiara), "frugifera" (che dona frutti), presiede alla coltivazione del grano. Le sono sacri: la spiga e il papavero. Animali sacri: maiale e giovenca.
  • Tellus: la terra simbolo di solidità e stabilità (Tellus Stabilita), energia della generazione. Appare circondata da bambini. Animale sacro: il vitello
  • Pale: antica Dea dei pascoli e dei greggi
  • Robigo: la "ruggine". Divinità negativa causa inattività e malattie delle piante, degli uomini e degli animali
  • Flora: Dea dei Fiori, simbolo della primavera. Sacri le sono i semi ed il miele. E' rappresentata da un cesto di vimini pieno di fiori che deporrà sugli alberi.
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Si può dare qualche breve e superficiale cenno sul significato più profondo del culto e della simbologia di Venere.
Venere rappresenta infatti la Forza Generatrice che si cela nella nella Natura stessa, in particolare la forza generatrice e purificatrice dell'Acqua. Da notare che la "V" del nome ed il simbolo di Venere sono il simbolo stesso dell'acqua che a sua volta richiama l'organo genitale femminile.

L'aspetto purificatore dell'Acqua connesso a Venere è evidenziato anche dalla stessa nudità di Venere: un aspetto che mi riservo di approfondire in un'altra occasione.
Essa contiene in sè la Vita e la Morte: Venere viene definita infatti anche "mortis et vitae locus". In senso ermetico, Venere costituisce la passività, la contrazione, la Forza Primigenia e la Via Umida: essa simboleggia la Via Verde, il rame, la sessualità e la regione lombare.
 
Venere è inoltre connessa in qualche modo al nome segreto di Roma.




 Roma Quadrata: graffito di Pompei
 E' arcinota l'importanza che a Roma aveva il culto di Venere. Il rapporto fra il nome dell'Urbe e la Dea è poi evidenziato dal famoso graffito di Pompei.