Il mese di Agosto è fortemente permeato dall'energia di Diana cui ho dedicato uno spcifico, anche se sommario post.
Come ho avuto modo di fare in altre occasioni, ho descrtitto in questo post le caratteristiche di questa forza e le modalità con le quali è possibile identificarla. Questo lavoro di identificazione e descrizione, almeno nel mio intento, è diretto, nel caso di Diana così come per tutte le altre forze ed energie Divine, ad evidenziare gli Dei e le Dee come "modalità di declinazione di forme complesse di conoscenza" del Mondo, della Natura, dell'Universo e alla fine di noi stessi.
Chi ha avuto modo di leggere con un minimo di attenzione avrà notato che ho sempre evitato l'uso di formule profane quali "Dio di..." oppure "Dea della...". In breve ho cercato di aiutare il lettore ad avvicinarsi ad una visione degli Dei e delle Dee che superasse la prospettiva della "funzione". Non vi è nulla di più profano che avvicinarsi e vivere gli Dei e le Dee in base alle loro "funzioni".
Quando ci relazioniamo agli Dei e alle Dee in base a queste funzioni materializzate in attributi molto vari (vendicatore, giudice, protettrice di questo o di quello), non facciamo altro che riversare su di essi/e i nostri bisogni ed i nostri stati d'animo. In breve trasferiamo su delle immagini "psicologicamente fittizie" di Dei e Dee la nostra stessa agitazione dell'animo. Questa modo di pensare il Divino (tipico molto spesso del monoteismo più profano), rivela solo una proiezione psicologica di un Ego "agitato e confuso" che molto facilmente può degenerare nel fanatismo più becero ed ottuso.
Quando il nostro spirito è ispirato da una Virtus autentica, quindi calma, serena ed immobile, viviamo il Divino con quel sereno distacco (dalle passioni, dai sentimenti transitori, dalle pulsioni devozionali) che non ci fa più vedere la dimensione spirituale legata a meri fattori culturali o contingenti: possiamo vivere gli Dei e le Dee nella loro semplice "nudità" (numen), liberi da mediazioni perchè non più afferrabili per il pensiero razizonale, indeterminati, difficili da pensare e da descrivere a parole.
In questo senso si comprende il pensiero di Plotino secondo cui il grande senso degli Dei e delle Dee si trova nel "vuoto", nel "nulla" che deve riempire anche il nostro spirito e che regge tutto l'Universo. E lo scopo degli esercizi spirituali e delle pratiche rituali dovrebbe essere proprio questo: riempirci di "vuoto", di leggerezza, di calma immobile.
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