Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

giovedì 20 settembre 2012

Sacred Trees: the Oak

The Oak is a tree consacrated to Jupiter, a God inspiring September. Actually, according to a more ancient and original tradition, the oak is mainly linked to Juno, Jupiter's female polarity. The original Oak's Goddess is Dione (Dia-Rhea-Gaia): from this name it derives the name Juno.

This tree had, and still has, a critical oracular role and dendromancy is often made by some prophetesses who interpret the Oak's murmur. According to the myth, King Numa consulted the nymph Egeria as an oracle and Egeria is a Driad. Driads are the Oaks' Nymphs: they give life to these trees being also the spirits of these trees. Driads, who live under the oaks' cortex, have the same function of the Genius for a man and the Juno for a woman. They may also leave the tree: for this reason, in the past, it was not possible to cut an oak without the augur's advice who determined if the Driad of that oak had left the tree or not.
 
Amadriads are the Oaks' deeper spirits: they never leave the tree and they die when their tree dies. In the past people thought that if an oak was in danger Amadriads would have emitted their menacing laments.

The Oak's Authority, as queen among the trees, is the reason why many woods of oaks are dedicated to Juno: the Oaks' authority was also highlighted by the fact that the Roman Emperors had on their heads a crown made of oak leaves consacrated to Jupiter Capitolinus. In Rome the Celius hill was named "the oak woods mountain": here there was a temple consacrated to Jupiter as the Lord of the Oaks and closer there was a small temple consacrated to the Amadriads. The Aedes of Vesta was surrounded by oaks from which the Vestals took the wood necessary for the Sacred Fire. In Preneste the Temple of Fortuna had a sacred area devoted to divination: the oracle's indications were written over oak leaves. 

If woods are sacred sites, oak woods are even more sacred: they are the "sanctuaries" by definition and the Temples, with their columns, are a representation of woods and glades.

Traditional Hermetic Simbology
 
In the past, "longevity", both in material and in meta-physical terms, was the primary oaks' sacred feature: these trees were called "the First Mothers" (as other trees, in the Latin language oak is a female name) and they represented a microcosm also because hosting not only "the Invisibles" but also a large number of sacred animals. In particular the oak is the place where usually the woodpecker lives (a fundamental bird for the auspices). According to the myth, Picus (the Ancient King-Augur) was transformed into a woodpecker by Circe: Picus was married to Canens, Janus' daughter, who, when singing, was able to "make the trees walk". The woodpecker is thus a prophet-bird: a woodpecker brought food to Romolus and Remus in their cavern. Faunus, Picus' and Canens' son, has prophet powers, but, in order to obtain his indications, it is necessary to tie him to an oak.

It's important also to remind that the tree from which the Golden Bough is taken is an Oak (a holm oak) which is defined as the "resurrection tree" because it permits to enter and escape the Inferi. The Golden Bough is of course the "Initiation Light" being the way to prevail over the Darkness. It is also important to provide some very brief information about the role of the oak in the Sacred Science: a spring of Living Water flows from a hollow oak.

Of course these myths, terms and this symbology must be considered within a hermetic perspective.

All this can contribute to understand from the one hand the importance the Oak's role plays, as Sacred Tree, in the Traditional Roman Religion still today: on the other hand it explains the christians' fierceness (in the past but even today) against these trees. This explains for example why many christians monasteries and churches were built inside the woods just to remove the cults practiced in the past to this and other trees: a cult we has the duty to keep alive today.


TO THE MOTHERS-OAKS (invocation)

Man, do not cut 
the Acorns' Mother.
Save the Oaks.

It is an ancient adage
for which Oaks are for us
the First Mothers.

Zona



Gli Alberi Sacri: la Quercia

La Quercia è l'albero sacro di Giove che ispira il mese di Settembre. In realtà, secondo la tradizione più antica e originale, la quercia si lega maggiormente alla polarità femminile di Giove ovvero Giunone: L'antica Dea della quercia è infatti Dione (Dia-Rhea-Gea) da cui deriva il nome di Giunone.
 
Questo albero aveva, e ha ancora, una funzione oracolare importante e spesso la dendromazia era praticata da delle profetesse interprentando il mormorio della Quercia. Secondo il mito, il Re Numa consultava la ninfa Egeria come oracolo ed Egeria è una Driade. Le Driadi sono le Ninfe delle Querce: esse sono le abitatrici e lo spirito stesso di questi alberi e vivono sotto la corteccia. Le Driadi rappresentano quindi quello che il Genius o la Juno rappresenta per l'uomo o per la donna. Esse possono anche abbandonare l'albero: per questo anticamente era impossibile tagliare una quercia prima che un augure non avesse stabilito se la Driade che l'abitava avesse o meno abbandonato l'albero. 

Vi sono poi le Amadriadi che sono l'anima più profonda di questo albero e non l'abbandonano mai: esse muoiono insieme alle querce che abitano. Si riteneva che se una quercia fosse stata in pericolo le Amadriadi avrebbero fatto sentire i loro lamenti minacciosi.

L'autorità della Quercia, regina fra gli alberi, fa sì che molti boschi di querce siano dedicati a Giunone: questa autorità veniva sottolineata anche dal fatto che gli Imperatori avevano sopra la loro testa una corona di foglie di quercia specificatamente dedicata a Giove Capitolino. A Roma il colle del Celio era denominato "Monte del Bosco delle Querce" e in esso si adorava Giove come Signore delle Querce con accanto un piccolo tempio dedicato alle Amadriadi. L'Aedes di Vesta era circondato da un boschetto di querce da cui si treva il legno necessario per tenere vivo il fuoco sacro. Il tempio della Fortuna a Preneste aveva uno spazio sacro dedicato alle divinazioni che venivano rese su foglie di quercia dove erano scritte le indicazioni dell'oracolo. 

Se poi in generale tutti i boschi sono sacri, a maggior ragione sono sacri i boschi di querce: essi sono i santuari per definizione e gli stessi templi, con le loro colonne, riproducono un bosco e le radure.
 
 Simbologia Tradizionale Ermetica

Delle querce gli antichi ammiravano soprattutto la longevità sia in senso materiale che meta-fisico: esse venivano chiamate le "Prime Madri" (come tutti gli alberi nella lingua latina la parola "quercia" è di genere femminile) e rappresentavano un "microcosmo" anche perchè oltre agli "invisibili" le querce sono popolate da una grande varietà di animali anch'essi sacri. In particolare la quercia ospita il Picchio (uccello fondamentale negli auspici). Secondo il mito Pico (l'antico re -augure) venne trasformato da Circe in un picchio: Pico aveva sposato Canens, figlia di Giano, che con il suo canto "faceva camminare gli alberi". Per questo il picchio è un uccello-profeta: un picchio portò da mangiare a Romolo e Remo nella loro grotta. Fauno, figlio di Pico e Canens, aveva doni profetici, ma per interrogarlo bisognava "legarlo ad una Quercia". 

Bisogna ricordare poi che l'Albero da cui si coglie il Ramo d'Oro è una quercia (un leccio in particolare) che è definito "albero di resurrezione" dato che consente di entrare negli Inferi e anche di uscirne. Il Ramo d'Oro è ovviamente la "Luce Iniziatica" che permette di trionfare sulle Tenebre. Si può poi appena accennare all'importanza della simbologia della Quercia nella Scienza Sacra: da una Quercia Cava sgorga infatti una sorgente di Acqua Viva.

Naturalmente questa sintetica simbologia e questi termini e miti vanno letti all'interno di una prospettiva ermetica.

Tutto questo può aiutare a comprendere da un lato l'importanza che viene attribuita ancor oggi alla Quercia come Albero Sacro dalla Religione Tradizionale Romana e dall'altro l'accanimento dei cristiani (in passato come oggi) contro questi alberi. Questo spiega ad esempio la presenza di monasteri e chiese all'interno dei boschi usati per rimuovere il culto che si rendeva un tempo a questi e a tutti agli alberi, un culto che siamo chiamati a tenere ancora vivo.


ALLE QUERCE MADRI (invocazione)

Non tagliare, uomo,
la Madre delle Ghiande
Risparmia le Querce.
E' un detto antico
che le Querce sono per noi
le Prime Madri.  

Zonah





venerdì 14 settembre 2012

Versus Iovii

Quonne tonas, Leucesie,
Prai tet tremonti
Quot ibei tet dinei
Audiisont tomase.


Quando tuoni, o signore della luce,
davanti a te tremano
quanti Dei in cielo
ti udirono tonare.

When you thunder, O God of light,
they tremble before you!
All gods beneath you have heard you thunder!


Carmen Saliare

venerdì 7 settembre 2012

Jupiter

Being September a month devoted to Jupiter, I think that it could be useful to provide some first brief details about this complex and fundamental Divine Force.

Jupiter, as well as his female polarity Juno, shows a large number of complex religious meanings and implications linked first of all to the sacralization of the idea of Authority.For this reason he represents the concept of State in social, political, juridical, religious and metaphysical sense. The term "State" comes from the Latin word status meaning "stable", "immobile" in opposition to "chaotic", "changing", dis-order".
 
 Just considering only this first aspect, it's clear enough that Jupiter means Centrality, Polarity, Regality: he is a Centre, a Stability Focus, a Divine Stone, Divine Height, Justice. 

Temples dedicated to Jupiter are usually placed on high sites. Here Jupiter is represented sitting on a throne: his primary symbology involves the fact to be sitting and the stone throne itself as symbols of stability and imperturbability as Centre.

Porphyry in the fragment 3 of his work "On Imagines" provides us with a clear interpretation of the Jupiter's symbology. 


'Now look at the wisdom of the Greeks, and examine it as follows. The authors of the Orphic hymns supposed Zeus to be the mind of the world, and that he created all things therein,containing the world in himself. Therefore in their theological systems they have handed down their opinions concerning him thus:'

Zeus was the first, Zeus last, the lightning's lord,
Zeus head, Zeus centre, all things are from Zeus.
Zeus born a male, Zeus virgin undefiled;
Zeus the firm base of earth and starry heaven;
Zeus sovereign, Zeus alone first cause of all:
One power divine, great ruler of the world,
One kingly form, encircling all things here,
Fire, water, earth, and ether, night and day;
Wisdom, first parent, and delightful Love:
For in Zeus' mighty body these all lie.
His head and beauteous face the radiant heaven
Reveals and round him float in shining waves
The golden tresses of the twinkling stars.
On either side bulls' horns of gold are seen,
Sunrise and sunset, footpaths of the gods.
His eyes the Sun, the Moon's responsive light;
His mind immortal ether, sovereign truth,
Hears and considers all; nor any speech,
Nor cry, nor noise, nor ominous voice escapes
The ear of Zeus, great Kronos' mightier son:
Such his immortal head, and such his thought.
His radiant body, boundless, undisturbed
In strength of mighty limbs was formed thus:
The god's broad-spreading shoulders, breast and back
Air's wide expanse displays; on either side
Grow wings, wherewith throughout all space he flies.
Earth the all-mother, with her lofty hills,
His sacred belly forms; the swelling flood
Of hoarse resounding Ocean girds his waist.
His feet the deeply rooted ground upholds,
And dismal Tartarus, and earth's utmost bounds.
All things he hides, then from his heart again
In godlike action brings to gladsome light.

Zeus, therefore, is the whole world, animal of animals, and god of gods; but Zeus, that is, inasmuch as he is the mind from which he brings forth all things, and by his thoughts creates them. When the theologians had explained the nature of god in this manner, to make an image such as their description indicated was neither possible, nor, if any one thought of it, could he show the look of life, and intelligence, and forethought by the figure of a sphere.

But they have made the representation of Zeus in human form, because mind was that according to which he wrought, and by generative laws brought all things to completion; and he is seated, as indicating the steadfastness of his power: and his upper parts are bare, because he is manifested in the intellectual and the heavenly parts of the world; but his feet are clothed, because he is invisible in the things that lie hidden below. And he holds his sceptre in his left hand, because most close to that side of the body dwells the heart, the most commanding and intelligent organ: for the creative mind is the sovereign of the world. And in his right hand he holds forth either an eagle, because he is master of the gods who traverse the air, as the eagle is master of the birds that fly aloft - or a victory, because he is himself victorious over all things.' 

Giove

Essendo Settembre un mese dedicato a Giove, ritengo possa essere utile fornire qualche primo sintetico approfondimento su questa complessa e fondamentale forza divina.

Giove, così come la sua polarità femminile Giunone, presenta una molteplicità di significati religiosi complessi e profondi che si legano in primo luogo alla sacralizzazione dell'idea di Autorità. In quanto tale essso esprime il concetto di Stato in senso sociale, religioso, giuridico e metafisico. La parola "Stato" infatti deriva da status ovvero "stabile", "immobile" termine che si oppone a "caotico", "mutevole", "disordine".

Già solo a partire da questo primo concetto si evince come Giove sia Centralità, Polarità, Regalità: esso è un Centro, un punto di stabilità, una Pietra Divina, Altezza, Giustizia. 

I templi dedicati a Giove sono infatti collocati su luoghi elevati. Giove stesso è rappresentato seduto su un trono: la sua simbologia primaria è "l'essere seduto" e il trono di pietra stesso che simboleggiano la sua "stabilità" ed imperturbabilità in quanto "centro".

Porfirio nel frammento 3 della sua opera "Sui Simulacri" fornisce una chiara chiave di lettura della simbologia di Giove.


"Ora guarda alla saggezza dei Greci, ed esaminala come segue. Gli autori degli inni Orfici immaginarono che Zeus fosse la mente del mondo, e che avesse creato tutte le cose internamente, contenendo il mondo in se stesso. Perciò nei loro sistemi teologici loro hanno espresso le loro opinioni riguardo a lui in questo modo:

Zeus fu il primo, Zeus l'ultimo, il signore del lampo,
Zeus l'inizio, Zeus il centro, tutte le cose sono da Zeus.
Zeus nato maschio, Zeus vergine incontaminata;
Zeus la base fissa della terra e del cielo stellato;
Zeus sovrano, Zeus da solo prima causa di tutto:
Un potere divino, grande governatore del mondo,
Una forma regale, circondante tutte le cose di qui,
Fuoco, acqua, terra, ed etere, notte e giorno;
Saggezza, primo genitore, ed Amore delizioso:
Nel corpo possente di Zeus tutte queste cose dimorano.

La sua testa e la bella faccia il cielo raggiante
Rivela e attorno a lui galleggiano nelle brillanti onde
Le dorate trecce delle scintillanti stelle.

Da ogni parte sono viste le corna dorate del toro,
Aurora e tramonto, sentieri degli dei.
I suoi occhi il Sole, la luce di riflesso della Luna;
La sua mente etere immortale, verità suprema
Sente e considera tutto; né alcun discorso,
Né grido, né rumore, né voce sinistra sfugge
All'orecchio di Zeus, il figlio più possente del grande Crono:
Tale la sua testa immortale, e tale il suo pensiero.
Il suo corpo raggiante, illimitato, imperturbato
Nella potenza dei lembi possenti fu formato così:
Le larghe spalle del dio, il petto e la schiena
L'ampia distesa dell'aria mostra; su entrambi i lati
Crescono le ali, ovunque attraverso tutto lo spazio lui vola.
La terra madre di ogni cosa, con le sue colline alte,
Il suo ventre sacro forma; l'inondazione che sale
Dall'Oceano risonante e rauco la sua vita cinge.
I suoi piedi la terra profondamente radicata alza,
Ed il cupo Tartaro, ed i massimi confini della terra.
Tutte le cose lui nasconde, poi dal suo cuore di nuovo
Con azione divina porta a lieta luce.
Zeus, perciò è il mondo intero, animale degli animali e dio degli dei; Zeus è la mente dalla quale lui produce tutte le cose, e dai suoi pensieri li crea. Quando i teologi avevano spiegato la natura del dio in questa maniera, fare un'immagine secondo la descrizione da loro indicata non era possibile, né, se alcuno lo avesse pensato, poteva mostrare l'apparire della vita, e l'intelligenza, e la previdenza dalla figura di una sfera. Ma loro hanno fatto la rappresentazione di Zeus in forma umana, perché era attraverso la mente che aveva forgiato, e in base alle leggi della generazione aveva portato al completamento tutte le cose; ed è seduto, per indicare la costanza del suo potere: e le sue parti superiori sono nude, perché è palese nelle parti intellettuali e celesti del mondo; ma i suoi piedi sono vestiti, perché è invisibile nelle cose che giacciono nascoste sotto. E tiene lo scettro nella mano sinistra, perché più vicina a quel lato del corpo dove si trova il cuore, l'organo più intelligente e più dominante: la mente creativa è il sovrano del mondo. E nella mano destra mostra o un'aquila, perché è padrone degli dei che traversano l'aria, come l'aquila è padrona degli uccelli che volano in alto, o una vittoria, perché è vittorioso su tutte le cose."

domenica 2 settembre 2012

September

The name of this month derives from the fact to be the 7th month in the ancient calendar, beginning on March, of King Numa.

September is dedicated to Jupiter (Iuppiter means "God Father") representing the sacralization of Authority in particular social and public authority, like his female polarity Juno.

Jupiter thus represents the State and the Family as social institutions. He represents, as cosmic energy, the sky, the rain, the snow, the lightning and the dew.

Sacred animals to Jupiter are the eagle and the vulture.
Sacred tree to Jupiter is the Oak: Jupiter may manifest himself through the whoosh of the oak's leaves

Jupiter has a long list of appellations (Indigitamenta) among which Lucetius (Light's Origin), Pluvius (raining), Fulgurator (Day Lightning) Summanus (Night Lightning), Pantocrator (Lord of anything), Trioculos (with three eyes), Prodigalis (prodigies Liberator), Penninus (Lord of peaks).

The main Jupiter's symbol is the Lightning.

The calendar for September mainly involves  great public festivals and rites such as the Ludi Magni the most important aristocracy's ludi.

As private rites we can however cite:

  • 10 september - Epulum Iovis: festivity celebrated to remind the fundation of the Temple of Iupiter in the Capitolium. It can be offered a rich meal citing also the Deities of the first triad (Mars and Quirinus) and the second triad (Minerua and Juno)
  • 20 september - Romolus' Dies Natalis:  this day can be celebrated with a domestic rite offering figs.
  • 26 september - Venus Genitrix: this day is dedicated to Venus as mother of the entire roman people and defender of the Cultores worldwide
  • 27 september - Fortuna Redux: "she bringing home" is celebrated for those friends and relatives living far away and to favor a safe journey back home.

Settembre

Il nome di questo mese deriva dal fatto che era il settimo mese dell'antico calendario del Re Numa che iniziava a Marzo.

Il mese è dedicato a Giove (Iuppiter significa "Dio Padre") e rappresenta la sacralizzazione dell'Autorità con una forte connotazione sociale e pubblica, come avviene per la sua polarità femminile Giunone.

Giove pertanto rappresenta lo Stato e l'istituzione famigliare. Rappresenta come energia il cielo, la pioggia, la neve, il fulmine, il tuono e la rugiada.

Gli animali sacri di Giove sono l'aquila e l'avvoltoio.
La pianta sacra a Giove è la quercia. Giove può manifestarsi attraverso il fruscio delle fronde delle querce.

Giove è protagonista di una serie lunghissima di appellativi (Indigitamenta) tra i quali Lucetius (Origine della Luce del Giorno), Pluvius (Piovoso), Fulgurator (Fulmine diurno), Summanus (fulmine della notte), Pantocrator (Signore di Tutto), Trioculos (dai tre occhi), Prodigalis (Liberatore da incantesimi), Penninus (Signore delle Vette).

Il simbolo principale di Giove è comunque il fulmine.

Il calendario del mese presenta principalmente grandi festività pubbliche come ad esempio i Ludi Magni che erano i ludi dell'aristocrazia.

Come festività private possiamo ricordare tuttavia:
  • 10 settembre - Epulum Iovis: festività celebrata per ricordare la fondazione del Tempio di Giove Capitolino. Si effettua un ricco banchetto in cui si devono citare anche le divinità della prima triade (Marte e Quirino) e della seconda triade (Giunone e Minerva)
  • 20 settembre - Dies Natalis di Romolo:  si celebra un rito domestico offrendo fichi
  • 26 settembre - Venus Genitrix: giornata dedicata a Venere come madre di tutto il popolo romano e protettrice dei Cultores in tutto il mondo
  • 27 settembre - Fortuna Redux: "la fortuna che riconduce" viene celebrata a favore di nostri cari che sono lontani e per favorire i ritorni.