Nella Religione Tradizionale Romana gli alberi non sono "cose" o "oggetti", ma importanti espressioni del Divino. Una conoscenza del significato e della simbologia degli alberi sacri permette non solo di padroneggiare in modo più consapevole la Via Romana, ma anche di vedere il mondo che ci circonda con occhi nuovi e diversi restituendo alla Natura la sua importanza ed il suo ruolo.
Gli alberi sacri pertanto devono essere guardati con quel rispetto e quella attenzione necessari alla percezione del Divino: si pensi ad esempio alla Quercia, all'Olivo o al Pino come espressioni di importanti Dei/Dee.
Poichè ci troviamo nel mese di Aprile che verte intorno al Dies Natalis Romae e che è così intensamente connesso a Flora, Maia e Pomona, dedico alcune brevi riflessioni ad un albero sacro che riveste un ruolo particolare nella Religione Tradizionale Romana: il Fico.
Nell'antica Roma esistevano molti alberi sacri di fico oggetto di venerazione come ad esempio quello che si trovava davanti al Tempio di Saturno. Un altro importante fico sacro si trovava nel Comitium (Ficus Romularis) nel luogo dove erano stati "sotterrati i fulmini" secondo un rituale etrusco. Il Fico era in grado di tenere lontani i fulmini e quindi era considerato "Arbor Felix". La sacralità del Fico era tuttavia legata al fatto che questo albero aveva nutrito, insieme alla Lupa e al Picchio, Romolo e Remo: esso è quindi consacrato a Marte. Il Fico viene detto quindi Ruminale (rumis=mammella - Rumina=Dea dell'allattamento). Il Fico è pertanto simbolo del Nutrimento.
Il Fico è anche un albero "oracolare" e la sua presenza merita sempre qualche forma di interpretazione. Gli Arvali, ad esempio dovevano procedere a grandi espiazioni se un albero di Fico spuntava per caso nel Tempio della Dea Dia: questo perchè il Fico è anche legato al Dio Priapo. Bisogna anche ricordare che i "mostri" a Roma venivano bruciati su una pira di legno di fico.
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