Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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lunedì 28 novembre 2016

Bona Dea - Fauna

Una Dea molto particolare e, anche se in modo totalmente inconsapevole, ancora molto "sentita", è certamente Fauna - Bona Dea. Si tratta di una forza divina tipicamente italica: una potnia, una forza divina che si muove nei boschi e nelle foreste.

Fauna, polarità femminile di Fauno, è denominata la "Dea Buona" (Bona Dea), aveva poteri oracolari e ad essa erano collegati riti segreti riservati solo alle donne. Fauna-Bona Dea è una divinità protettrice di Roma (tutte le forze tutelari di Roma sono forze femminili; Angerona, Bona Dea, Venere, Ops, Flora, ecc...) e per questo i suoi attributi, il suo nome vero, i suoi culti, le formule rituali ad essa connesse, le sue caratteristiche più profonde dovevano rimanere segrete, note sole a cerchie ristrette di Vestali e Matres Familias

La festa di Bona Dea cade il 3 dicembre ed in questo giorno solo le Cultrices si ritrovano e possono fare offerte di libagioni a questa Dea. 

Nonostante in passato sia stata tentata una sovrapposizione di riti greci, il culto di Fauna-Bona Dea, nella sua declinazione tipicamente italica, rimane uno dei più importanti della Spiritualità Tradizionale Romana anche contemporanea. 

Bona Dea è una "signora dei serpenti": viene infatti raffigurata circondata da serpenti. Anche nelle raffigurazioni di altre Dee o Dei, la presenza di Fauna - Bona Dea è simboleggiata dalla presenza di un serpente. La simbologia del serpente nella Spiritualità Tradizionale Romana è molto complessa e richiede un approfondimento non effettuabile in questa sede. Ancor oggi in molti piccoli paesi dell'Italia Centrale esistono molte feste in cui sono presenti i serpenti: sono testimonianze certamente di folklore in cui ormai sono dimenticati i valori più profondi. ma queste feste che ancor oggi sopravvivono sono l'ultimo ricordo del legame delle popolazioni italiche con Fauna - Bona Dea. 

Nei boschi dell'Italia Centrale si sono ancora tracce di siti che un tempo erano un Nemus Faunae oppure si trovano grosse pietre che simboleggiavano Bona Dea.

Bona Dea ha poteri legati alla medicina: esistevano delle sacerdotesse (Magistrae Bonae Deae) che non solo erano chiamate a svolgere i culti più segreti della Dea, ma avevano la conoscenza profonda delle virtù più segrete delle erbe e delle piante che crescevano nei boschi. Le guaritrici e le sciamane sono legate a Bona Dea: esse, oggi come un tempo, tengono un herbarium di semplici dove, in particolare le donne ed i bambini, possono ricorrere per guarire malattie e trovare rimedi naturali. Per questo viene denominata Bona Dea: potere oracolare (sciamanico) e potere medico (guarigione).

Le streghe di ogni tempo invocano Bona Dea perchè tramite essa è possibile accedere ai poteri delle piante sia nella forma di filtri che di rimedi contro i veleni e le malattie.


Bona Dea è però anche una "Signora degli Animali", in particolare quelli selvatici. Come nel caso di Apollo Sorano con i suoi Luperci-Hyrpi, Bona Dea aveva delle sacerdotesse: delle donne-lupo (Lupercae-Hyrpae). Donne vestite di pelli di lupa celebravano riti segreti a Bona Dea nei luoghi più nascosti dei boschi sin dai tempi più remoti.

Probabilmente una di queste sacerdotesse potrebbe aver allevato i due gemelli:  Romolo e Remo. Non è un caso che il tempio di Bona Dea a Roma sorgesse sull'Aventino in una località dedicata a Remo (Remuria).

Le donne non dovrebbero quindi dimenticare mai il culto e la figura di Bona Dea.



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