Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 13 gennaio 2016

Il Salice

E' arcinoto il ruolo ed il valore delle piante e degli alberi nella Spiritualità Tradizionale Romana: il fico, la vite, la quercia, l'abete, il cipresso, ecc...

Vi sono alcuni alberi che ricoprono un ruolo altrettanto importante, ma forse meno messo in evidenza come nel caso del Salice.

E' importante premettere e ripetere che, nel parlare del valore e del ruolo degli alberi e delle piante (soprattutto in senso Arvalico), intendo sottolineare il loro ruolo e valore simbolico in quanto espressioni naturali di precise forze ed energie divine. Questo non significa ridurre tale simbologia ad una dimensione "naturalistica", quanto comprendere che la Natura, il Mondo, l'Universo, appaiono come manifestazioni di realtà molto più complesse di quelle che emergono dalla mera prospettiva "fenomenica". Si tratta insomma di vedere la Natura come un "Libro" la cui lettura presuppone la conoscenza di un alfabeto e di una sintassi. Alberi e piante, in quanto espressioni sacre, sono quindi parte integrante di questo alfabeto e di questa sintassi: la loro conoscenza simbolica ci permette quindi di iniziare a leggere e a comprendere questo "libro" della Natura secondo una visione ed una prospettiva diversa dalla sola visione scientifica. 

In tal modo inoltre è possibile rendere quella dignità e quel rispetto che gli alberi meritano come espressioni fondamentali del mondo: non sono degli oggetti o degli accessori del paesaggio, ma elementi fondamentali dotati di una loro individualità ed una loro specificità.

Detto questo, torno a fare delle brevi considerazioni sul Salice. Questa pianta (Vimen in Latino) era talmente importante che un colle di Roma (Viminalis) era interamente ricoperto di Salici e a questo albero quello Colle è sempre rimasto legato anche simbolicamente nella geografia sacra dell'Urbe.

Il Salice è una albero strettamente connesso alla Luna (polarità femminile): è importante ricordere che tutti gli alberi sono espressioni della Forza Sacra Femminile. Nel Giardino Arvalico il salice si trova infatti nell'aiuola della Luna.

Inoltre il Salice presenta connessioni anche con il mondo sotterraneo in particolare con Proserpina: per questo questo aspetto viene considerato un albero infelix.

L'essere un albero Lunare ed infelix rendono il Salice una pianta simbolicamente molto complessa: questa simbologia, con l'avvento del monoteismo, è stata completamente sconvolta e fraintesa e per questo posso fare solo quindi delle considerazioni superficiali.

Il Salice è considerato un albero posto fra la vita e la morte: toccare le foglie del salice simbolicamente rappresenta una forma di contatto con le forze infere in particolare Proserpina. Un bosco di salici è quindi un santuario consacrato a questa Dea e alla Luna. 

Il salice inoltre è connesso all'acqua come espressione della forza generatrice femminile

L'immagine della cesta di Vimini che galleggia sulle acque (principio femminile vitale) è comune a tante tradizioni per evidenziare proprio la capacità di questa pianta di collocarsi come "veicolo" fra la vita e la morte.

Questa collocazione fra questi due mondi potrebbe spiegare l'invocazione a Jupiter Elicius (helike=salice in greco) che facevano i gladiatori prima dei combattimenti.

Nella simbologia della mano, il salice si trova sulla punta dell'anulare (detta bacchetta di salice) e ha forza divinatoria. questo potere magico e divinatorio del salice spiega perchè Jupiter Elicius veniva invocato durante i riti dell'evocatio per scoprire i nomi segreti degli Dei e delle Dee dei nemici.

Come quindi la driade è lo spirito (ninfa) della quercia, la melia del frassino, l'eliconia è la ninfa del salice.

Le scope che le Vestali usavano per i loro riti di purificazione presentavano delle corde di vimini perchè connesse alla Luna.

Dalla corteccia del salice, i medici usavano estratti a fini curativi per abbassare la febbre e combattere i dolori ed il mal di testa. Dal salice si estrae oggi l'acido salicilico per produrre l'aspirina.

Simbolicamente la mandragola cresceva ai piedi del salice.

Il legame del Salice con le forze Infere, Femminili e con Luna, trasformò nel medioevo cristiano questo albero in una pianta malefica usata dalle streghe per i loro incantesimi o per farci bacchette magiche. Si dice che le parole inglesi witch (strega) e wicked (malvagio) derivino da wicker (vimine, salice). Inoltre le scope delle Vestali, con le corde di vimini, sono diventate le scope malefiche delle streghe, sempre con le loro corde di vimini. Il legame simbolico fra la mandragola ed il salice ha contribuito a rendere questo albero una pianta legata in qualche modo alle streghe.
 
La pianta è stata quindi caricata di valori negativi, funerei, stregoneschi e satanici (come nel caso del noce, albero sacro a Giunone) anche perchè le curatrici (erano infatti soprattutto donne che si dedicavano alla medicina con i rimedi antichi con la conoscenza dei segreti delle piante e delle erbe) lo usavano frequentemente per preparare i loro rimedi. E' bastato tutto questo per trascinare il salice e le guaritrici nella dimensione della stregoneria.


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