Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 27 gennaio 2015

Carna ed il Corpo Umano

Testa di Dea Etrusca
Carna è una divinità molto complessa che svolge tuttavia un ruolo molto importante nel culto contemporaneo della Spiritualità Tradizionale Romana.

Carna, forza divina femminile, rappresenta la sacralizzazione dell'integrità e della purezza del corpo umano, delle sue viscere e dell'assimilazione del cibo: si tratta di elementi simbolici materiali/immateriali tutti interconnessi fra loro.

Bisogna premettere che non la fede, ma la purezza, sia del corpo che dello spirito (castità) in un senso molto ampio e profondo, è un elemento indispensabile per entrare in contatto con gli Dei e le Dee. L'uomo e la donna ritualmente puri, che vivono la quotidianità in modo sacro ed evitano tutto ciò che è impuro sono in armonia con loro stessi, con la Natura, con gli Dei e con le Dee. Tutte le forme di impurità (in senso materiale ed immateriale) rendono l'uomo e la donna odiosi alla dimensione Divina, contaminati e non in armonia con la Natura.

Per quanto riguarda la dimensione fisica, un corpo integro (in senso sacro e non profano) è un corpo puro. Ogni organo del corpo umano è sacro ad una specifica forza divina, ma la sua integrità è sacra a Carna: nulla deve uscire in modo anomalo dal corpo. E' importante ricordare che il corpo umano simboleggia la società ed inoltre riproduce nella dimensione del microcosmo, le logiche del macrocosmo. La disgregazione del corpo, la fuoriuscita di organi o secrezioni anomale, costiuiscono la rappresentazione della devianza sociale e della disarmonia del cosmo. Anche in questo senso devono essere lette le rappresentazioni statuarie antiche.

Il corpo fisico (sia quello machile che femminile) è uno strumento essenziale per pensare in termini simbolici e sacrali e su di esso si rappresentano il "corpo sociale", così come i "corpi astrali". Sacralizzare Carna significa quindi sacralizzare il rispetto che ognuno deve avere per il proprio corpo. sono pertanto profanazioni tutte quelle azioni "impure" che deliberatamente deteriorano il corpo, le mutilazioni, l'autolesionismo, le punizioni corporali compiute su sè stessi.

Carna in particolare sacralizza l'integrità del corpo del bambino in quanto universo materiale e simbolico non ancora definito. Carna accompagna simbolicamente il corpo del bambino verso la sua definizione definitiva in corpo di adulto.

Carna è quindi un fattore critico in tutto questo perchè l'uomo e la donna sono corpi, ma, nello stesso tempo, hanno dei corpi. Il corpo è soggetto ed oggetto ed è la base che ognuno di noi ha per la percezione di sè stesso. Il corpo è una struttura armoniosa delimitata da confini precari in cui si incontrano microcosmo, macrocosmo e società. Questo significa che Carna sacralizza l'immagine di una struttura vivente primaria, armoniosa e definita dal suo profilo esterno, la pelle. Questi margini e tutti gli orifizi sono zone critiche perchè sono zone di contatto con l'esterno da cui potrebbe uscire ciò che non dovrebbe uscire ed entrare le impurità; si può creare disarmonia e spezzare la coerenza dell'ordine fisico e simbolico del corpo.

Per questa ragione Carna sacralizza la fase più importante di contatto che il fisico ha con l'esterno, ovvero l'alimentazione e l'assimilazione del cibo.Mangiare quindi non deve essere un atto casuale, ma è un rito sacro essenziale per mantenere integro il corpo e difenderlo dalle impurità e dalle contaminazioni.

Un altro aspetto critico del culto di Carna è il rapporto con il sangue. Il sangue che circola nel corpo è puro, quello che fuoriesce dal corpo è potenzialmente impuro. Per questo motivo la guerra è e rimane un atto impuro: i soldati che rientravano dalle campagne militari dovevano essere purificati perchè del sangue era stato sparso: l'attraversamento dell'arco era quindi un rito di purificazione e di ristabilimento di un ordine cosmico. Allo stesso modo la morte, che disgrega i corpi, conduce a forme di impurità. Anche in questo caso la definizione di un periodo di tempo di purificazione e di specifici riti implicano il ristabilimento di quell'ordine cosmico che una famiglia colpita dal lutto aveva perduto.

Diverso è il caso di spargimento di sangue che anticamente era previsto nei sacrifici. Questi riti prevedevano il consumo delle carni degli animali sacrificati (che prima venivano immolati ovvero collocati al di fuori della dimensione ordinaria dell'esistenza): il grido macte - "accresciti" durante il sacrificio sottolineava proprio il rapporto fra l'uccisione, la disgregazione del corpo, la morte, l'assunzione del cibo, l'assimilazione del cibo e la prosecuzione della vita. Si tratta di uno spargimento sacralmente controllato di sangue. Lo stesso avviene anche per noi Cultores e Cultrices moderni: mangiamo la carne ovvero (non dimentichiamolo mai) il risultato di uno spargimento tecnicamente controllato di sangue. La guerra invece prevede lo spargimento incontrollato di sangue: per questo è necessario un rito di purificazione. 

Ciò che fuoriesce dal corpo e si disperde dal corpo è una violazione della sacralità di Carna. si verifica un'interazione incontrollata fra un dentro ed un fuori. C'è una violazione di una linea di confine fisica e metafisica (la pelle) fra due realtà che devono rimanere distinte e che invece entrano in crisi. In questo aspetto si può notare il forte legame che esiste fra Carna e Giano.

I riti di purificazione previsti dal culto di Carna pertanto sono legati all'acqua. L'acqua dissolve e lava ciò che è fuoriuscito disordinatamente dal corpo, riporta la pelle ed il corpo alla sua pulizia, chiarisce la linea di confine del corpo. Così come Carna rappresenta la purezza e l'integrità fisica del corpo, essa si trasmette alla condizione spirituale legandosi anche alla sincerità, alla limpidezza e concentrazione della mente, alla pulizia e all'ordine interiore, ai materiali semplici ed incorrotti, ai colori nitidi ed elementari. 

Il rispetto per il proprio corpo si lega quindi al rispetto per tutto ciò che è semplice e naturale, originario, armonico e puro nelle forme, nella purezza dell'esperienza tattile. In tutto questo si cela il senso più profondo del culto di Carna.

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