Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 25 gennaio 2013

L'Arco

 Siamo nel periodo dell'anno interamente dedicato a Giano. Mi sembra utile pertanto effettuare qualche riflessione sull'Arco come peculiare espressione simbolica dell'idea di "passaggio".

Giano infatti rappresenta, tra l'altro, la sacralizzazione del "passaggio" in senso spaziale, temporale ed iniziatico (la barca). In senso temporale Giano sacralizza tutti i momenti, piccoli e grandi, di passaggio o "cambiamento di fase" sia nel corso dello svolgimento dei cicli naturali sia nella vita dell'uomo e della donna. In senso spaziale tutte le porte, i ponti ed i luoghi che materializzano un passaggio presentano un'energia sacra identificabile nella figura di Giano. Come avviene nei "passaggi temporali", anche i "passaggi spaziali" rappresentano un cambiamento di fase e comunque una frattura ed una discontinuità: la porta, ad esempio, divide e mette in comunicazione due spazi aventi identità distinte. In particolare la porta del Tempio (sia architettonico che naturale) costituisce un punto di interruzione fra ciò che è dentro e ciò che è fuori. 

L'attraversamento della porta rappresenta un "cambiamento di stato": ciò è rilevante per un luogo sacro come un Tempio, ma lo stesso avviene ad esempio per la porta di casa. 

Tralascio il significato del "passaggio" in senso iniziatico perchè troppo lungo e complesso per essere trattato in questa sede.

L'"attraversamento della porta" è quindi sempre un momento "drammatico" (in senso sacro): soprattutto il passaggio attraverso la "porta stretta" (osservare le tombe etrusche o i santuari ctonii - palingenesi)  ed i ponti (strutture che uniscono ciò che la Natura ha diviso).

L'Arco si colloca fra le strutture architettoniche con funzioni sacre e simboliche di passaggio aventi tuttavia un significato specifico e peculiare. Come tutti i passaggi, l'arco presuppone un cambiamento di fase, una soluzione di continuità, un prima-e-dopo, una frattura spaziale-temporale. A differenza però di altri passaggi, l'arco esprime il "passaggio purificatorio", la "purificazione" da tutto ciò che è massimamente impuro. Esso è quindi uno strumento essenziale per ripristinare uno status di purezza che in qualche modo è stato alterato, uno stato di ordine che è stato violato, il ritorno dal Caos al Cosmo.

La funzione purificatrice dell'arco è quindi molto complessa da un punto di vista simbolico ed è molto difficile poterne discutere in modo sintetico per la presenza di una molteplicità di connessioni.

L'esempio comunque più banale di questa funzione strumentale è dato dall'Arco di Trionfo che veniva utilizzato nelle liturgie e processioni militari. I soldati al rientro da una campagna militare ove erano stati contaminati dalla Morte, dallo spargimento del sangue e dalla guerra, venivano fatti passare sotto un Arco per ripristinare il loro status e ricomporre la loro integrità spirituale. Il legionario, che a causa dello spargimento del sangue durante la guerra, era uscito dall'ordine "normale" del genere umano, con il passaggio sotto l'arco riacquistava il suo status.

Il trionfo non era quindi una mera parata militare, ma rito sacro avente come scopo il ripristino di un ordine che la guerra e lo spargimento del sangue avevano alterato.


La struttura architettonica che esalta questa funzione "purificatrice" dell'Arco è senza dubbio l'Anfiteatro (ad esempio il Colosseo). Qui troviamo un'apoteosi di archi che avevano proprio la funzione di purificare dopo la visione di spettacoli che avevano come focus principale la "liturgia dello spargimento del sangue". 


La stessa funzione purificatrice si può rilevare nelle porte delle città ovvero purificazione dello "straniero" e della contaminazione dalle impurità di ciò che si trova al di fuori dello spazio cittadino consacrato.






Le antiche basiliche cristiane avevano un arco come ingresso al cortile antistante la basilica con questa stessa funzione. Il Tempio tradizionale, non concependo l'idea del peccato, non presenta un arco di purificazione perchè presupponeva l'ascensione dei sette gradini antistanti il Tempio (i sette cieli, i sette livelli, i sette stadi della conoscenza).


Passare sotto un arco non è quindi un'operazione "neutrale": riflettere su questa funzione significa mantenere uno stato di consapevolezza attiva continua per avere una visione costantemente sacra ed orientata della nostra esistenza.


2 commenti:

Riccardo Savoldo ha detto...

Non ci si pensa mai quando si attraversa la porta di casa. Eppure, magari dopo una giornata di lavoro, è un momento così importante.

Carmelo Cannarella ha detto...

In effetti la casa si presenta come un vero e proprio spazio sacro privato, un Tempio di cui noi, il pater e la mater familias sono i custodi e sacerdoti. Varcare la soglia di casa significa infatti entrare in una dimensione sacra particolare posta sotto l'egida di Vesta: interessante menzionare la tradizione per la sposa di non calpestare la soglia la prima volta che fa il suo ingresso in casa...