Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 7 settembre 2012

Giove

Essendo Settembre un mese dedicato a Giove, ritengo possa essere utile fornire qualche primo sintetico approfondimento su questa complessa e fondamentale forza divina.

Giove, così come la sua polarità femminile Giunone, presenta una molteplicità di significati religiosi complessi e profondi che si legano in primo luogo alla sacralizzazione dell'idea di Autorità. In quanto tale essso esprime il concetto di Stato in senso sociale, religioso, giuridico e metafisico. La parola "Stato" infatti deriva da status ovvero "stabile", "immobile" termine che si oppone a "caotico", "mutevole", "disordine".

Già solo a partire da questo primo concetto si evince come Giove sia Centralità, Polarità, Regalità: esso è un Centro, un punto di stabilità, una Pietra Divina, Altezza, Giustizia. 

I templi dedicati a Giove sono infatti collocati su luoghi elevati. Giove stesso è rappresentato seduto su un trono: la sua simbologia primaria è "l'essere seduto" e il trono di pietra stesso che simboleggiano la sua "stabilità" ed imperturbabilità in quanto "centro".

Porfirio nel frammento 3 della sua opera "Sui Simulacri" fornisce una chiara chiave di lettura della simbologia di Giove.


"Ora guarda alla saggezza dei Greci, ed esaminala come segue. Gli autori degli inni Orfici immaginarono che Zeus fosse la mente del mondo, e che avesse creato tutte le cose internamente, contenendo il mondo in se stesso. Perciò nei loro sistemi teologici loro hanno espresso le loro opinioni riguardo a lui in questo modo:

Zeus fu il primo, Zeus l'ultimo, il signore del lampo,
Zeus l'inizio, Zeus il centro, tutte le cose sono da Zeus.
Zeus nato maschio, Zeus vergine incontaminata;
Zeus la base fissa della terra e del cielo stellato;
Zeus sovrano, Zeus da solo prima causa di tutto:
Un potere divino, grande governatore del mondo,
Una forma regale, circondante tutte le cose di qui,
Fuoco, acqua, terra, ed etere, notte e giorno;
Saggezza, primo genitore, ed Amore delizioso:
Nel corpo possente di Zeus tutte queste cose dimorano.

La sua testa e la bella faccia il cielo raggiante
Rivela e attorno a lui galleggiano nelle brillanti onde
Le dorate trecce delle scintillanti stelle.

Da ogni parte sono viste le corna dorate del toro,
Aurora e tramonto, sentieri degli dei.
I suoi occhi il Sole, la luce di riflesso della Luna;
La sua mente etere immortale, verità suprema
Sente e considera tutto; né alcun discorso,
Né grido, né rumore, né voce sinistra sfugge
All'orecchio di Zeus, il figlio più possente del grande Crono:
Tale la sua testa immortale, e tale il suo pensiero.
Il suo corpo raggiante, illimitato, imperturbato
Nella potenza dei lembi possenti fu formato così:
Le larghe spalle del dio, il petto e la schiena
L'ampia distesa dell'aria mostra; su entrambi i lati
Crescono le ali, ovunque attraverso tutto lo spazio lui vola.
La terra madre di ogni cosa, con le sue colline alte,
Il suo ventre sacro forma; l'inondazione che sale
Dall'Oceano risonante e rauco la sua vita cinge.
I suoi piedi la terra profondamente radicata alza,
Ed il cupo Tartaro, ed i massimi confini della terra.
Tutte le cose lui nasconde, poi dal suo cuore di nuovo
Con azione divina porta a lieta luce.
Zeus, perciò è il mondo intero, animale degli animali e dio degli dei; Zeus è la mente dalla quale lui produce tutte le cose, e dai suoi pensieri li crea. Quando i teologi avevano spiegato la natura del dio in questa maniera, fare un'immagine secondo la descrizione da loro indicata non era possibile, né, se alcuno lo avesse pensato, poteva mostrare l'apparire della vita, e l'intelligenza, e la previdenza dalla figura di una sfera. Ma loro hanno fatto la rappresentazione di Zeus in forma umana, perché era attraverso la mente che aveva forgiato, e in base alle leggi della generazione aveva portato al completamento tutte le cose; ed è seduto, per indicare la costanza del suo potere: e le sue parti superiori sono nude, perché è palese nelle parti intellettuali e celesti del mondo; ma i suoi piedi sono vestiti, perché è invisibile nelle cose che giacciono nascoste sotto. E tiene lo scettro nella mano sinistra, perché più vicina a quel lato del corpo dove si trova il cuore, l'organo più intelligente e più dominante: la mente creativa è il sovrano del mondo. E nella mano destra mostra o un'aquila, perché è padrone degli dei che traversano l'aria, come l'aquila è padrona degli uccelli che volano in alto, o una vittoria, perché è vittorioso su tutte le cose."

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