Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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domenica 29 luglio 2012

Giochi Olimpici

Alcuni giorni fa mi è stata chiesta, come Cultor della Religione Tradizionale Romana, un'opinione riguardo ai Giochi Olimpici (che sono iniziati recentemente a Londra).

Premetto che mi piace lo sport, ma quando mi si chiede un'opinione in quanto Cultor riguardo ai Giochi Olimpici non posso non ricordare, sia pure brevemente e superficialmente, il significato ed il senso che questi giochi detengono all'interno della Religione Tradizionale. 

I Giochi Olimpici, nella loro accezione tradizionale, hanno un valore sacro e rientrano pertanto nella sfera delle Res Divinae così come i Ludi Romani. I Giochi Olimpici in particolare rievocano la lotta delle forze olimpiche, degli antichi eroi  e delle forze solari contro le forze più brutali della natura: di fatto rievocano la vittoria delle forze celesti contro le forze titaniche. I Giochi Olimpici non casualmente sono stati, secondo il mito, istituiti da Eracle e simboleggiati dalla corona d'ulivo.

I Giochi Olimpici sono un rito sacro, una liturgia, che, in passato, veniva svolto secondo regole e formule precise interamente votati a Nike, come sacralizzazione della forza trionfate che rinnova l'azione e la vita. Il vincitore diveniva una incarnazione di Zeus. Il vincitore acquista una forma di immortalità, di rinascita trascendente con una vittoria dello spirito sul corpo. 

La capacità di suscitare e celebrare simili forze divine fa comprendere perchè nel 393 D.C. l'imperatore cristiano Teodosio, sotto le pressioni di Ambrogio da Milano, decise di vietare i Giochi Olimpici dopo almeno mille anni del loro svolgimento perchè considerati il "più grande e pericoloso rituale pagano": erano (correttamente) del tutto incompatibili con la morale "monoteista".

Da questa breve e superficiale descrizione si comprende immediatamente la differenza esistente con i giochi che oggi vengono denominati "olimpici". Nei giochi olimpici moderni, la trascendenza, la sacralizzazione, l'evocazione delle grandi forze divine sono del tutto assenti. Nelle olimpiadi di oggi c'è la prevalenza assoluta dell'aspetto fisico ed istintuale. Si tratta di manifestazioni che iniziano nell'uomo e collassano nell'uomo. I giochi olimpici pertanto sono la massima espressione di potenzialità fisica: esse pertanto sono forme degradate e profanate dell'azione intesa come espressione sacra e divina. 

Torno a dire che apprezzo lo sport, ma forse, per quanto esposto sopra, sarebbe più opportuno che questi giochi potessere almeno cambiare nome.  

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