Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 9 dicembre 2011

La schiavitù

La schiavitù è una delle caratteristiche più peculiari della società e dell'economia romana. Su questo aspetto però esistono grandi fraintendimenti e pregiudizi: la schiavitù nell'Antica Roma di fatto non aveva nulla in comune con il concetto di schivitù "moderna" come ad esempio quella diffusa negli Stati Uniti d'America.

La schiavitù antica non aveva alcuna connotazione "razziale" o nazionale (tutti concetti sconosciuti al civis romanvs) anche perchè l'idea di schiavo o di schiava si legava a principi molto più profondi ed esistenziali. 

Bisogna partire dall'idea che nell'Antica Roma non si nasceva "uomo" o "donna": bisognava diventarlo e dimostrare di meritare di essere tali. Il bambino/la bambina di fatto rimanevano fuori dalla cerchia degli uomini/donne fintanto che non avessero superato una specifica fase di passaggio. Prima di questo passaggio il bambino o la bambina rimanevano degli "incapaci", dei "non-capaci" (nel senso più letterale del termine) e per questa ragione avrebbero avuto bisogno di qualcuno che potesse decidere per loro.

Allo stesso modo lo schiavo o la schiava erano tali perchè erano dei non-capaci anche se adulti. Anche se lo schiavo o la schiava erano comunque membri della familia e come tale non dovevano essere maltrattati o sadicamente oggetto di sevizie, non rientravano per questo nella dimensione degli uomini e delle donne: non possedevano una qualificazione di humanitas. Gli schiavi essendo privi di humanitas, non conoscono la magnanimitas, l'aeqvitas, la gravitas, la prvdentia. Non possono arrivare alla Virtvus

In breve la schiavitù non è solo un attributo esteriore, ma è primariamente una qualificazione esistenziale interiore. La schiavitù è una condizione dello spirito. Si è quindi schiavi delle proprie pulsioni, delle proprie passioni: lo schiavo appare agli occhi di un uomo libero come un bambino capriccioso o come uno sciocco intrappolato in un groviglio caotico da cui non riesce a liberarsi.

Seneca ci fornisce una bella definizione di schiavo: 

Sciet pro patria pugnandum esse, dissuadebit timor; sciet pro amicis desudandum esse ad extremum usque sudorem, sed deliciae vetabunt; sciet in uxore gravissimum esse genus iniuriae paelicem, sed illum libido in contraria inpinget. (Seneca Epist. 95 Liber XV)

"Saprà che bisogna battersi per la patria, ma la paura lo distoglierà; saprà che per gli amici bisogna sudare fino all'ultima goccia, ma glielo vieteranno i piaceri; saprà che è un gravissimo affronto per la moglie avere un amante, ma la lussuria lo spingerà ad agire contro virtù."

E' anche vero il detto dell'Imperatore Adriano secondo cui la schiavitù non scomparirà mai, cambierà solo di nome. Tutto questo evidenzia inoltre l'attualità di questo principio essenziale.

La libertà o la schiavitù non devono pertanto essere mai considerate come un qualcosa di "dato", ma, all'interno della Religione Tradizionale Romana, la vera libertà deve essere conquistata e coltivata quotidianamente grazie alla disciplina interiore, la Virtvs verso gli uomini e la Pietas verso gli Dei/Dee.


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