Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 15 aprile 2011

La Sacralizzazione dello Spazio: Dei/Dee Superi, Dei/Dee Inferi

Nella Religione Tradizionale Romana il Tempo costituisce una dimensione sacra: questa sacralizzazione è materializzata dal Calendario che rappresenta una sorta di "mappa" per orientarsi attraverso i ritmi e le misure del tempo trascendente. In questo senso, il tempo non contiene fatti, ma "significati".


Allo stesso modo lo Spazio presenta due significati distinti, ma integrati. Da un lato si colloca il senso prettamente fisico dello spazio e la sua sacralizzazione avviene mediante la "personalizzazione" delle diverse materializzazioni dello spazio. Ogni luogo detiene una sua individualità, una sua specificità, una sua unicità ed identità. Il Genius Loci, i Lares Compitales, l'Anima Mundi e tutte le divinità di luoghi specifici sono l'epsressione più tipica di questo tipo di significato.


Dall'altro lato si colloca un senso più profondo e più complesso dotato di rilevanti implicazioni meta-fisiche.


Lo spazio celeste, quello terreno e quello sotterraneo, l'alto ed il basso, l'orizzontale ed il verticale, la destra e la sinistra ecc... sono tutte espressioni di un simbolismo complesso che è tradizionalmente rappresentato dal simbolismo della croce (direzione-orientamento, il "Dove"). Questo simbolismo, che è comune a tutte le religioni tradizionali, conferma proprio per questo fatto come esso sia fondamentalmente qualcosa di intimamente intrinseco alla Natura stessa piuttosto che una semplice e pura atrazione umana.


Qualsiasi direzione nello spazio presenta specifiche influenze ed ospita specifiche energie e forze che sono alla base della Scienza Augurale, l'orientamento sacro dei riti e lo stesso posizionamento ed orientamento dei templi e di tutti gli spazi sacri. La comprensione di questi elementi, attraverso un lungo e complesso studio non riducibile in questa sede, fornisce la possibilità di prolungare la dimensione materiale ed umana all'interno di una sfera più profonda e complessa.


Sia sufficiente sapere in questa sede che, come il tempo indica specifici momenti per l'effettuazione ad esempio di determinate azioni rituali (il "Quando"), allo stesso modo gli spazi ed i luoghi coinvolgeranno implicazioni specifiche più profonde rispetto alla semplice visuale profana. Alcuni riti devono essere svolti inluoghi elevati, altri in caverne o luoghi sotterranei, altri vicino all'acqua secondo quando previsto dalla Geografia Sacra che di fatto non implica mai delle scelte "soggettive": tutto questo deve essere fondamentalmente "coerente" con questa sfera meta-fisica.


Lo spazio è e rimane uno spazio vivente e vissuto in base alle sue specificità e peculiarità all'interno del quale gesti, parole, formule e segni hanno un valore e significato ben definito. Per questo per gli Antichi Credenti i luoghi sono tutti indistintamente spazi meritevoli di rispetto e di attenzione. Lo spazio per i rituali è comunque solo la "punta di un iceberg" di un più inteso significato di Spazio.


Questo senso più intenso si basa principalmente sulla tri-dimensionalità del valore verticale dello Spazio Sacro che si sovrappone alla tri-dimensionalità del Tempo Sacro. Questa simbologia sovrapposta si materializza, tra l'altro, nella sacralità del numero 3: le Triadi, le tre funzioni sacre, la simbologia del Tripode, il Tridente di Poseidone, ecc...


Il primo livello è connesso al "principio solare" (Supera, alto) non solamente in termini astronomici, ma principalmente in senso uranico, come "principio della luce splendente".

Il secondo livello è quello della "dimensione terrena" connessa alla dimensione umana e di tutti gli esseri viventi.

Il terzo livello è quello "sotterraneo" (Infera, basso) connesso all'oscurità.


La dimensione umana è quindi una dimensione intermedia fra quella Supera e quella Infera.



Le dimensioni Supera ed Infera sono gli estremi di due opposti: esse detengono una specifica ed opposta simbologia e pur essendo strettamente integrate non possono comunicare l'una con l'altra. La realtà del visibile e dell'esistente è di fatto il risultato dell'azione e del movimento di queste due dimensioni contrapposte ed interconnesse. Queste dimensioni posseggono forze ed energie che sono identiche ma contrapposte (ad es. Giove/Plutone, Fuoco Celeste/Fuoco Sotterraneo). Grazie alla loro azione i cicli della nascita, morte e rigenerazione continua (alla base dell'esistenza) possono avere luogo.


Le forze che caratterizzano queste dimensioni restano integrate. Se gli dei/Dee Superi sono espressione di un Cielo (metafisico) Splendente, gli Dei/Dee Inferi sono connessi alla Notte, all'oscurità, all'ombra, all'occulto e al segreto. Gli Dei/Dee Inferi sono sempre espressione e collegati alla "Crescita" (il simbolismo ad esempio del "seme custodito nelle mani sotterranee di Proserpina" da cui si svilupperà la pianta). Queste divinità, a differenza della credenza profana comune, sono la rappresentazione più vivida della fecondità naturale, dell'acqua e del fuoco sotterraneo come linfe vitali. Basta pensare ad esempio alla grande differenza fra Venere e Proserpina o le caratteristiche infernali di Cerere e di tutte le Grandi Madri.


Un altro
aspetto importante da considerare è la relazione fra la dimensione infera e la Morte anche perchè questa relazione è fortemente influenzata da pregiudizi e incomprensioni.



Secondo la Tradizione, ogni uomo possiede il suo Genius così come ogni donna possiede la sua Juno (entrambi questi termini derivano dal Latino "generare". Questi sono la rappresentazione sacra di quelle forze vitali e generatrici che sostengono l'esistenza di ognuno, sostengono la stessa famiglia come concatenazione generazionale. La famiglia è sacralizzata da Vesta e dai Lari famigliari il cui sinbolo è il serpente
(animale infernale tellurico). Genius/Juno sono forze di per sè impersonali che appartengono alla Natura, più precisamente alla dimensione infernale. La sede dei Lari è infatti simbolicamente situata sottoterra sottoposta all'influenza di un principio femminile: Mania,
Mater Larum.


Con la morte, l'uomo e la donna perdono la loro personalità e, per un breve periodo di tempo, si riducono simbolicamente allo stato di "ombre" pallide a loro volta destinate ad estinguersi (seconda morte). Il principio essenziale della Morte è quindi la restituzione alla Natura di questa energia vitale che sarà utilizzata per generare altra vita: in questo modo si perpetua il ciclo stesso della vita. Per questo motivo i Lari sono coloro che "ci fanno vivere: essi alimentano il nostro corpo e regolano le nostre anime" (Microbio: Saturnalia). Per questo inoltre i Lari vengono identificati con gli Antenati, con la forza invisibile. Allo stesso modo sono la sacralizzazione della forza del "sangue" (come patrimonio familiare), della famiglia, della gens.


Ci sono poi coloro che non diventano ombre: sono coloro capaci di vincere la seconda morte. Essi sono
“Divi/Divae”, gli "Svegliati" gli "Illuminati" i quali non sono Dei o Dee ma hanno comunque raggiunto un livello di vita più elevato e trascendente rispetto alla vita umana nel senso comune del termine.


Quindi, di fronte a noi si pongono due Vie. La prima è la "Via degli Inferi" in cui gli uomini e le donne restituiscono la loro energia vitale al mondo sotterraneo generatore. In questa Via la morte è "Divenire". La seconda è la Via degli "Dei/Dee Splendenti": questa è la Via degli Antenati in cui la Morte è "Sublimazione". La prima è legata all'oscurità, alla notte, ai sei mesi di discesa del Sole, alla Luna (Simbolo del Divenire), all'inumazione. Questa dimensione è legata alla
Janua Inferi e alla Chiave d'Argento di Giano.


La Seconda è connessa alla luce splendente, al fuoco, al giorno, alla cremazione, ai sei mesi di ascensione del Sole: questa dimensione si lega alla Janua Coeli e alla Chiave d'Oro di Giano.


La Religione Tradizionale Romana è diretta a creare una consapevolezza ed una coscienza (a "svegliare dal sonno" e mantenere questo stato di veglia) per far prevalere la Via degli Antenati sulla Via degli Inferi. Questo vuole dire essere orientati verso un destino superiore e mantenere un contatto con il Divino secondo i principi indicati dagli Antichi.


Anche in questo caso, la Pluralità, il fenomeno delle "Due Nature", due ordini di Divinità così come di due differenti riti e culti emergono chiaramente.

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