Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

mercoledì 19 aprile 2017

Tamquam Spectator Novus


Walking alone, along a lonely country road, I am often taken wondering in a sudden feeling. I observe everything around me appearing as if I saw the reality for the first time. Maybe. rather than looking at the world for the first time, I have the feeling to be in contact with a "plurality of worlds".

I think that in these moments, I have the possibility to overcome the condition of "habit" or routine: habits have the force to impede the percetion of the things as they really are. In our everyday life, constrained by habits and routines, everything is considered as "given", immutable: we live without living,  because we live without perceiving.

Thanks to the perception, we can "catch the moment", we can feel the "instant", feeling a time dimension where there is no past and no future. In the "instant" one can perceive the "feeling of existence." In that moment, free of prejudices of the past and the concerns of the future, one can reach an inner peace and tranquility. This is the deeper and real meaning of carpe diem. Understanding the value of each single moment, we can understand the value of our presence in the world as one of the many potential possible manifestation of the Being: every moment of our life has a value and it should be lived as if it were the last one.

Perceiving the world as if it were the last time means to perceive the world as if it were the first time: tamquam spectator novus.

As Cultores and Cultrices we do not pray the Gods and Goddesses, in the profane sense: we rather perceive them and we live them as an experience: in that precise moment, Gods and Goddesses meet us.

Tamquam Spectator Novus

Camminando da solo lungo una strada solitaria di campagna, mi capita spesso di abbandonarmi ad un sentimento improvviso di meraviglia. Osservo tutto ciò che mi circonda e mi appare come se lo vedessi per la prima volta: più che un modo nuovo di vedere il mondo e la realtà, ho la sensazione di venire in contatto con una "pluralità di mondi". 

Penso che in questi momenti si superi la condizione di "abitudine" o di routine: è la forza delle abitudini che non ci fa più vedere le cose per quello che sono. Diamo tutto per scontato, per immutabile. Viviamo senza vivere, perché viviamo senza percepire. 

Nella percezione si coglie l'attimo, si afferra l'istante: ci si colloca in una dimensione temporale dove non c'è passato e non c'è futuro. Nell'istante, si percepisce il "sentimento dell'esistenza". E nell'istante, privo dei pregiudizi del passato e delle preoccupazioni del futuro, si raggiunge una pace e una tranquillità interiore. Si comprende inoltre il particolare valore della nostra presenza nel mondo come una delle possibili ed innumerevoli manifestazioni dell'Essere: ogni istante della nostra esistenza ha un valore e deve essere vissuto come se fosse l'ultimo. Questo è il senso più profondo e più vero del concetto di carpe diem.

Percepire il mondo come se fosse l'ultima volta vuol dire percepire il mondo come se fosse la prima: tamquam spectator novus

Poichè gli Dei e le Dee non si pregano, ma si percepiscono e si vivono come esperienza, in quel preciso momento, in quell'istante, gli Dei e le Dee ci vengono incontro.