This day is dedicated to an ancient Goddess, Angerona - Dea Dia, so ancient that also for Romans was rather mysterious. This day and Dea Dia are devoted to the rites of a particularly important moment of the year: the winter solstice
In this peculiar day named dies brevissimus (shortest day), the Ianua Coeli (The Sky Gates) are opened (the Ianus' golden key) and light preavils again over darkness. The biological cycle of life begins again.
The importance of Dea Dia is given also by the fact that the temple of this Goddess, on 19 or 29 May, was the sacred place where the Arvales met to attend to important liturgies (Arvalia) in favour of Lares. Arvales, dressed with white gowns (white expresses magical sovereignty) through ceremonies for Dea Dia, Lares and Mars-father affirmed the ties of the mankind with Mother Earth.
During this day, which marks the beginning of the Arvalic Year, we remember our Lares or The Ancestors and the future descendants; we, the living part of the family, thus are the "present ring" of a long chain being suspended between past and future.
The Lar Familiaris is the "family's soul" whose symbol is the home firelight as in the case of Vesta Mater.
The home ceremony must be made after the sunset being addressed to the imagines of the two Home Lares (representing the two universal polarities: masculine and feminine).
The opening formula is as follows
SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO
Then the Ancient Invocation (Semones) of the Arvales:
E Nos Lases Ivvate (three times)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (three times)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (three times)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (three times)
E Nos Marmar Ivvato (three times)
Trivmpe (five times)
Afterwards, a very frugal meal can be eaten based on a simple soup of spelt, broad beans, lentils accompanied by simple flatbread and wine. Meat must be totally avoided.
Pagine
Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.
Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.
When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.
Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself.
Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.
When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.
Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself.
martedì 21 dicembre 2010
21 Dicembre: Divalia
La giornata del 21 dicembre è dedicata ad una Dea antichissima, Angerona - Dea Dia, talmente antica da essere quasi misteriosa per gli stessi Romani. La giornata della Dea Dia ritualizza un momento particolarmente importante dell'anno: il solstizio d'inverno.
In questo giorno particolare detto dies brevissimus (giorno brevissimo) si aprono le Ianua Coeli ovvero le Porte del Cielo (Chiave d'Oro di Giano) e la luce torna a prevalere sulle tenebre. Ricomincia il ciclo biologico della vita.
L'importanza del ruolo della Dea Dia è data anche dal fatto che nel tempio di questa Dea si ritrovavano il 19 o il 29 di maggio, i Fratelli Arvali (Arvales) per svolgere importanti liturgie in favore dei Lares (Arvalia). Gli Arvali vestiti di bianco (colore che esprime sovranità magica) tramite le cerimonie alla Dea Dia, ai Lares e a Marte (padre e fecondatore), affermavano il legame degli uomini alla loro terra.
In questo giorno, che segna l'inizio dell'anno arvalico, quindi ricordiamo i nostri Lares ovvero gli antenati e i discendenti futuri: noi viventi rappresentiamo quindi l'anello "presente" di una lunga catena sospesi fra passato e futuro.
Il Lar Familiaris è "l'anima della famiglia" il cui simbolo è il fuoco domestico, come nel caso di Vesta (Vesta Mater).
La cerimonia domestica si deve svolgere dopo il tramonto del sole rivolti alle due immagini dei Lares domestici (rappresentanti le due polarità universali: maschile e femminile).
La formula di apertura della cerimonia è la seguente:
SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO
Quindi si reciti l'antica invocazione (Semones) dei Fratelli Arvali:
E Nos Lases Ivvate (tre volte)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (tre volte)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (tre volte)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (tre volte)
E Nos Marmar Ivvato (tre volte)
Trivmpe (cinque volte)
Successivamente si può consumare un pasto frugale a base di una minestra di farro, fave e lenticchie accompagnata da semplici focacce e vino.
Evitare tassativamente la carne.
In questo giorno particolare detto dies brevissimus (giorno brevissimo) si aprono le Ianua Coeli ovvero le Porte del Cielo (Chiave d'Oro di Giano) e la luce torna a prevalere sulle tenebre. Ricomincia il ciclo biologico della vita.
L'importanza del ruolo della Dea Dia è data anche dal fatto che nel tempio di questa Dea si ritrovavano il 19 o il 29 di maggio, i Fratelli Arvali (Arvales) per svolgere importanti liturgie in favore dei Lares (Arvalia). Gli Arvali vestiti di bianco (colore che esprime sovranità magica) tramite le cerimonie alla Dea Dia, ai Lares e a Marte (padre e fecondatore), affermavano il legame degli uomini alla loro terra.
In questo giorno, che segna l'inizio dell'anno arvalico, quindi ricordiamo i nostri Lares ovvero gli antenati e i discendenti futuri: noi viventi rappresentiamo quindi l'anello "presente" di una lunga catena sospesi fra passato e futuro.
Il Lar Familiaris è "l'anima della famiglia" il cui simbolo è il fuoco domestico, come nel caso di Vesta (Vesta Mater).
La cerimonia domestica si deve svolgere dopo il tramonto del sole rivolti alle due immagini dei Lares domestici (rappresentanti le due polarità universali: maschile e femminile).
La formula di apertura della cerimonia è la seguente:
SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO
Quindi si reciti l'antica invocazione (Semones) dei Fratelli Arvali:
E Nos Lases Ivvate (tre volte)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (tre volte)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (tre volte)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (tre volte)
E Nos Marmar Ivvato (tre volte)
Trivmpe (cinque volte)
Successivamente si può consumare un pasto frugale a base di una minestra di farro, fave e lenticchie accompagnata da semplici focacce e vino.
Evitare tassativamente la carne.
lunedì 13 dicembre 2010
Traditional Roman Values
There are some ethical values which not only public and private life, but also the Traditional Roman Religion constantly refers to. Surely the most important is Pietas, a very complex concept which regulates the relations between Mankind and Divine. I'll discuss this concept separately. I think that it is important to cite other values whose description may become useful also for the understanding of the concept of Pietas.
The first one is the idea of Fides. It describes the reciprocal ethical and religious obligation between mankind and the Divine and among humans. Fides can be expressed thorugh loyalty, fidelity, honesty in acts and words, in public and private life, in reciprocal trust and security.
Then it must be cited Constantia or the absolute coherence and firmness in values and decisions. It emerges in the everyday life through firmness and constance in behaviours.
Finally there is Gravitas. It is a quiet and secure force about the awareness of the personal moral value. It emerges in dignity and composure of behaviours, acts and words.
These three values are embedded into the idea of Virtus. Volgarity, excess and lack of control do not belong to Roman Tradition. If you do not hold Virtus and the values connected to it, it is not possible to immagine any approach to Pieats: Pietas will become just a series of empty rites withou any value.
The first one is the idea of Fides. It describes the reciprocal ethical and religious obligation between mankind and the Divine and among humans. Fides can be expressed thorugh loyalty, fidelity, honesty in acts and words, in public and private life, in reciprocal trust and security.
Then it must be cited Constantia or the absolute coherence and firmness in values and decisions. It emerges in the everyday life through firmness and constance in behaviours.
Finally there is Gravitas. It is a quiet and secure force about the awareness of the personal moral value. It emerges in dignity and composure of behaviours, acts and words.
These three values are embedded into the idea of Virtus. Volgarity, excess and lack of control do not belong to Roman Tradition. If you do not hold Virtus and the values connected to it, it is not possible to immagine any approach to Pieats: Pietas will become just a series of empty rites withou any value.
Valori tradizionali Romani
Vi sono alcuni valori etici cui non solo la vita pubblica e privata, anche la Religione Tradizionale Romana fa costantemente riferimento. Sicuramente il più importante è il concetto di Pietas, un concetto molto complesso, che regola i rapporti fra l'umanità e il Divino, e che affronterò in dettaglio. Prima però di descrivere la Pietas credo sia utile descrivere alcuni valori di riferimento, la cui analisi può in seguito facilitare la comprensione di un concetto decisamente più complesso come appunto quello di Pietas.
Il primo valore è la Fides. Essa descrive la reciproca obbligazione religiosa e morale tra l'umanità ed il Divino, e fra tutti gli uomini. La Fides si esprime nella lealtà, fedeltà, onestà negli atti e nelle parole, nella vita pubblica e privata, nella reciproca fiducia e sicurezza.
Vi è poi la Constantia ovvero assoluta coerenza e saldezza di principi e propositi. Essa traspare nella quotidianità per mezzo della fermezza e la perseveranza negli atteggiamenti.
Quindi deve essere segnalata la Gravitas. E' una forza tranquilla e sicura di coscienza del proprio valore morale. Si manifesta nella dignitosa compostezza degli atti e delle parole.
Questi tre principi si fondono e si sostanziano nella Virtus. La volgarità, gli eccessi, la mancanza di controllo non appartengono all'etica tradizionale. Se non si possiede la Virtus, e i valori ad essa connessi, non si può nemmeno immaginare di avvicinarsi alla Pietas che altrimenti si ridurrebbe ad una serie di riti vuoti senza valore.
Il primo valore è la Fides. Essa descrive la reciproca obbligazione religiosa e morale tra l'umanità ed il Divino, e fra tutti gli uomini. La Fides si esprime nella lealtà, fedeltà, onestà negli atti e nelle parole, nella vita pubblica e privata, nella reciproca fiducia e sicurezza.
Vi è poi la Constantia ovvero assoluta coerenza e saldezza di principi e propositi. Essa traspare nella quotidianità per mezzo della fermezza e la perseveranza negli atteggiamenti.
Quindi deve essere segnalata la Gravitas. E' una forza tranquilla e sicura di coscienza del proprio valore morale. Si manifesta nella dignitosa compostezza degli atti e delle parole.
Questi tre principi si fondono e si sostanziano nella Virtus. La volgarità, gli eccessi, la mancanza di controllo non appartengono all'etica tradizionale. Se non si possiede la Virtus, e i valori ad essa connessi, non si può nemmeno immaginare di avvicinarsi alla Pietas che altrimenti si ridurrebbe ad una serie di riti vuoti senza valore.
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